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Scuole superiori di Napoli, la protesta degli studenti: “Più sicurezza contro il rischio Covid”

Protestano gli studenti delle scuole superiori di Napoli. “Vogliamo più sicurezza”, la richiesta unanime dei ragazzi che sono rientrati, a distanza di mesi causa Covid, alla didattica in presenza. Dal Vittorio Emanuele II-Garibaldi al Tito Lucrezio Caro passando per il Vincenzo Cuoco, gli studenti dei maggiori licei di Napoli pensano anche a manifestare davanti alla regione.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un momento delle proteste degli studenti del liceo Vittorio Emanuele II - Garibaldi di questa mattina.
Un momento delle proteste degli studenti del liceo Vittorio Emanuele II – Garibaldi di questa mattina.
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La riapertura delle scuole superiori di Napoli prosegue nel caos: gli studenti protestano un po' ovunque chiedendo più sicurezza. Dal plesso Garibaldi del Vittorio Emanuele II al Tito Lucrezio Caro, passando per il Vincenzo Cuomo: molti degli studenti dei maggiori licei di Napoli stanno protestando da giorni e ad oltranza, chiedendo anche un maggior dialogo con i dirigenti scolastici e la risoluzione dei problemi che, spiegano, ne comprometterebbero il rientro a scuola in piena sicurezza.

Studenti del Vittorio Emanuele II-Garibaldi in piazza

Situazione particolarmente "calda" al liceo "Vittorio Emanuele II – Garibaldi" di via Carlo Pecchia. Gli studenti stanno protestando ormai da giorni chiedendo più sicurezza per il proprio rientro alla didattica in presenza. Come spiegato a Fanpage.it da Francesco, uno dei rappresentanti degli studenti: "Non ci sentiamo affatto tutelati: già solo i termoscanner che servono a misurarci la temperatura, sono stati messi all'ingresso dei piani della scuola. In pratica alla mattina ci troviamo sulle scale ad attendere la misurazione, per quanto con le mascherine, ammassati su scale di marmo e con tutti i rischi che questo comporta. In più, la connessione nel nostro istituto è completamente assente", spiega Francesco, "oltre al problema del riscaldamento che, nelle ultime ore, ci hanno detto sarebbe stato risolto". Sciopero che prosegue ad oltranza, in attesa di un incontro con la preside che però, al momento, non è ancora avvenuto. Tra gli altri punti, c'è anche la scelta della preside di non prendere in considerazione la direttiva di De Luca per la quale i genitori possono optare per la Dad. "Noi non contestiamo la decisione in quanto tale, ma vogliamo parlarne, capire i motivi. E non capiamo perché noi del Garibaldi veniamo sempre dopo le esigenze del Vittorio Emanuele", ha aggiunto ancora il rappresentante d'istituto.

Proteste anche al liceo "Tito Lucrezio Caro"

Scenario analogo quello raccontato dagli studenti del liceo scientifico "Tito Lucrezio Caro", tra cui l'annoso problema delle connessioni internet insufficienti per permettere la didattica a distanza e scarso dialogo istituzionale. Dopo tre giorni di proteste, oggi gli studenti sono rientrati, ma non escludono di ricorrere a nuove manifestazioni, come spiegato a Fanpage.it dal rappresentante degli studenti Salvatore Vitolo: "Attenderemo questi due giorni per capire, poi valuteremo se lunedì manifestare davanti alla sede della Regione Campania". Protesta alla quale potrebbero aderire anche gli studenti di altre scuole superiori, visto che in molti lamentano le stesse problematiche.

Sciopero anche al liceo "Vincenzo Cuoco"

Anche al liceo scientifico e linguistico "Vincenzo Cuoco" la situazione è pressoché identica. E gli studenti, già in stato di agitazione dallo scorso 25 gennaio, hanno indotto uno sciopero per la giornata di oggi, spiegando che i problemi dovuti soprattutto alla connessione (scarsa se non addirittura insufficiente) sta creando non pochi disagi a chi segue le lezioni da casa, lamentando anche come gli stessi professori siano spesso costretti "ad utilizzare mezzi propri" per garantire lo svolgimento della didattica a distanza, con quest'ultima che, oltre a costringere gli studenti a restare diverse ore davanti al monitor "senza possibilità di riposare la vista", spiegano i rappresentanti degli studenti in una nota, ha visto anche come unica soluzione "quella di spiegare solo al gruppo in presenza per poi dare delucidazioni a chi non era in classe la settimana dopo, senza tener conto di chi, per situazioni di fragilità, è costretto a rimanere sempre a casa". Criticità che hanno portato così, dopo oltre una settimana di stato di agitazione, allo sciopero vero e proprio da parte degli studenti.

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