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Elezioni Regionali 2025

San Gennaro, quest’anno il miracolo fa parte della campagna elettorale per le Regionali in Campania

Fede, miracolo e politica: davanti all’ampolla di San Gennaro si giocano anche le mosse e i simboli della corsa alle Regionali.
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Fico, De Luca, Manfredi e a destra l’ampolla col sangue di San Gennaro
Fico, De Luca, Manfredi e a destra l’ampolla col sangue di San Gennaro
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Venerdì 19 settembre la città di Napoli, come ogni anno, celebrerà il suo patrono, San Gennaro. La messa in Duomo è accompagnata ovviamente dall'evento che tiene i credenti – e tutti coloro che se ne interessano – col fiato sospeso: il prodigioso evento della liquefazione del sangue di San Gennaro avverrà o no?

Cosa sia la liquefazione, tra scienza e fede, è diatriba che affonda le sue radici nella notte dei tempi, non è questo il momento di discettarne. Di certo c'è che San Gennaro ha con la città un rapporto "politico", più d'ogni altro santo protettore d'Italia. Col patrono, il martire vescovo di Benevento decapitato a Pozzuoli i napoletani stilarono un contratto. Un vero contratto: in cambio di protezione da eventi sfortunati (guerre, peste, colera, eruzioni del Vesuvio, terremoti) i napoletani promisero di costruire una nuova cappella per custodire le sue reliquie. Questo evento diede vita alla Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Possiamo dunque dire che San Gennaro è il più esperto in città quando si tratta di promesse e patti? E in pieno periodo di campagna elettorale (a questo giro è per la Regione Campania) quale miglior santo cui votarsi?

La mattina del 19 settembre, nella messa solenne al Duomo di Napoli, non ci sono solo fedeli e curiosi: ci sono anche le istituzioni e tanti personaggi della politica vecchia e nuova; questo perché il rito della liquefazione del sangue intreccia fede popolare, identità civica e potere politico. Il sindaco di Napoli è per statuto in prima linea: egli è «custode del tesoro di San Gennaro» e solitamente è affiancato dal presidente della Regione. La loro presenza non è formale: davanti all'ampolla si legittima anche la rappresentanza politica della città e della Campania.

Breve storia del rapporto fra politici napoletani e San Gennaro

Maurizio Valenzi, primo sindaco comunista di Napoli mai baciò la teca con le reliquie. Cosa che invece fece Antonio Bassolino, il sindaco del rinascimento partenopeo negli anni Novanta. Da decenni Bassolino non manca un appuntamento con "faccia gialla", è forse il politico più legato alla figura popolare e mistica del vescovo martire. Il successore di don Antonio – seppur per breve tempo – Riccardo Marone, nel suo bel libro su Napoli ("Volevamo portare il mare a Scampia", Colonnese editore) racconta che quasi sfiorò l'«incidente diplomatico» non baciando la teca, riparando pochi attimi d'imbarazzo dopo con un mezzo inchino e l'accenno dell'omaggio alla reliquia.

Dopo la religiosissima Rosetta Iervolino che mai diede forfait al Santo arrivò Luigi De Magistris, il "sindaco con la bandana", con il rapporto più sanguigno –  mai aggettivo fu più adatto – con la città -. Negli anni De Magistris col santo evidentemente s'intese, visto che nel 2020 riuscì appena a celare la commozione del suo ultimo San Gennaro con la fascia tricolore.

De Magistris e De Luca in Duomo, anno 2018
De Magistris e De Luca in Duomo, anno 2018

Veniamo ad oggi: Gaetano Manfredi da primo cittadino è sempre presente all'evento e assolve al compito: entra, saluta, bacia la teca, attende, esce, saluta di nuovo fuori, risponde alle domande (di cittadini e giornalisti) sul sagrato. Lo è anche Vincenzo De Luca, presidente della Regione da un decennio: non bacia la teca ma fa un inchino riverente. Negli anni del massimo potere politico, l'ex ministro e vicepremier Luigi Di Maio, all'epoca uomo forte del Movimento Cinque Stelle, napoletano di provincia (Pomigliano D'Arco) aveva scelto di presenziare in chiesa il giorno del miracolo.

Il caso Roberto Fico: ci sarà o no a San Gennaro 2025?

E oggi? Liquida non è solo la reliquia (si spera) ma anche la situazione politica. Siamo in periodo di cambi di poltrone, di sciabolate tra parti avverse, di strategie di comunicazione pre-elettorale. Il centrodestra, ad oggi senza candidato, fantastica di poter sciogliere la riserva proprio il giorno di San Gennaro.

E il candidato che invece già c'è, ovvero Roberto Fico, napoletano che ben conosce e frequenta strade e vicoli fra Anticaglia e Duomo si farà vedere in Cattedrale? Il 19 settembre mattina il prescelto per correre alla Regione Campania col campo largo Pd-M5S-Avs e affini sarà seduto in chiesa ad ascoltare l'omelia scritta dal cardinale Mimmo Battaglia, uno dei vescovi dalla penna più acuta e intensa che Napoli abbia mai avuto? Per ora non se ne ha certezza, ma c'è tempo per decidere.

È presumibile che stia vagliando pro e contro. Se decidesse di andarci, Fico collezionerebbe alcune prime volte. La prima volta da candidato in pubblico a Napoli "in mare aperto", fra la gente (cioè non solo tra i fedelissimi); la prima volta nello stesso posto in cui c'è Vincenzo De Luca che difficilmente cannerà l'ultimo San Gennaro da governatore della Campania. Ma potrebbe essere la prima volta in assoluto da personaggio pubblico al cospetto di San Gennaro: non esistono infatti negli archivi sue presenze il 19 settembre in Cattedrale. Del resto Fico – ne ha parlato egli stesso in passato – non è credente, anche se è apprezzato dal mondo cattolico e, negli anni a sua volta ha dichiarato pubblicamente più volte di rivedersi nelle posizioni di Papa Francesco sui migranti.

Ma San Gennaro, è incredibile a dirsi, se non si è napoletani è difficile capirlo, prescinde anche dalla fede religiosa. La presenza di Fico potrebbe essere vista come una richiesta «di approvazione» al Santo, in stile Nino Manfredi – Dudù Girasole nel film "Operazione San Gennaro". Ovviamente c'è solo un grande "contro" alla presenza del candidato in Duomo e non è certo il sarcasmo di De Luca. Il vero grande rischio è se non dovesse sciogliersi il sangue…

La processione di San Gennaro negli anni Novanta
La processione di San Gennaro negli anni Novanta
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