Racket agli ormeggi, Rita De Crescenzo teste al processo tra “non ricordo” e l’ammonizione del giudice

Molti "non ricordo", una palese insofferenza davanti alle domande, qualche sortita adatta alle sue dirette social ma di non certo non a un'aula di Tribunale: decisamente sopra le righe, la "performance" di Rita De Crescenzo, teste e potenziale parte offesa al processo sul racket agli ormeggi di Mergellina che vede imputati il boss Rosario Piccirillo e il figlio Antonio. Secondo l'accusa i due avrebbero tentato di taglieggiare gli ormeggiatori, vicenda che la tiktoker aveva denunciato e che ha raccontato nuovamente in aula; nel 2021 Antonio Piccirillo sarebbe andato a casa sua e le avrebbe detto che, se lei avesse avuto intenzione di denunciare il padre, avrebbe dovuto denunciare anche lui, e che "non se non era riuscito il padre ad ammazzarmi, ci avrebbe pensato lui".
Rita De Crescenzo redarguita dal giudice
All'udienza hanno assistito, in videoconferenza, sia Rosario sia il figlio Antonio, collegati il primo dal carcere di Sulmona, dove è detenuto, e l'altro da Milano, dove è agli arresti domiciliari. Rita De Crescenzo, racconta il Mattino, è stata sentita per oltre un'ora: prima l'esame dei pm Mariangela Magariello e Urbano Mozzillo, poi il contro esame degli avvocati Luigi De Vita, Fabio Segreti e Domenico Dello Iacono. Molte domande, risposte insofferenti. Tanto che la presidente Marta Di Stefano deve redarguirla, ricordandole che non è lei a stabilire cosa chiedere e come farlo, e la richiama all'ordine.
Il riferimento a Francesco Borrelli
La tiktoker è coinvolta in quanto moglie di Salvatore Bianco, tra gli ormeggiatori delle boe nello specchio di mare davanti al consolato americano. Anzi, per la precisione, era: quando alla donna viene chiesto se la cooperativa del marito gestisce ancora gli ormeggi, risponde che non hanno più la concessione, "ringraziando per questo il dottore Francesco Emilio Borrelli", in riferimento alle denunce sulle irregolarità presentate dal parlamentare.