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Preso a pugni in faccia al Vomero perché andava troppo piano: “Mi ha salvato il casco”

Aggressione in via Cilea, al Vomero: un 44enne, “colpevole” di procedere troppo lentamente, è stato insultato e picchiato da un giovane in auto.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Prima i colpi di clacson, poi gli insulti. E, un attimo dopo, la violenta aggressione: una scarica di pugni al volto, all'improvviso, senza che nemmeno fosse in atto un litigio. Cronaca di un pestaggio avvenuto domenica sera, 8 gennaio, tra le strade del Vomero, conseguenza di un rapido battibecco che sarebbe anche esagerato definire lite per motivi di viabilità.

La vittima, un 44enne, ha raccontato la sua disavventura su Facebook, mostrando anche le ferite al viso e al labbro, che sarebbero state ben più gravi se non avesse indossato il casco. "Erano circa le 23:30, stavo percorrendo via Cilea, andavo molto lentamente perché stavo cercando di capire se un bar fosse aperto – racconta l'uomo a Fanpage.it – quando dall'automobile dietro di me hanno cominciato a suonare e a lampeggiare. Io ero su un lato della strada, la carreggiata era totalmente libera, quindi ho risposto con un gesto della mano come a dire "ma che volete?" e li ho invitati a superarmi".

"Aggressione immotivata e violenta, mi ha salvato il casco"

A quel punto la situazione è trascesa, in modo totalmente inaspettato. "Si sono accostati e dall'automobile è sceso un uomo sui trent'anni. Credevo che volesse insultarmi, urlarmi qualcosa contro, far valere le sue ragioni; gli avrei risposto che, con la strada libera, quei colpi di clacson erano stati ingiustificati. Ero convinto, insomma, che ci sarebbe stato al massimo un battibecco e che sarebbe finita lì. Ho messo il cavalletto per scendere dalla moto ma quel tipo non mi ha dato nemmeno il tempo: si è avvicinato e mi ha sferrato una serie di pugni in faccia".

Il 44enne ha perso l'equilibrio ed è caduto all'indietro, battendo con la testa sul marciapiedi. Nemmeno allora il pestaggio si è fermato: altri pugni, sempre alla testa. Fino a quando l'aggressore non ha dato un calcio alla moto, facendola cadere, ha raggiunto l'altro, che era rimasto all'esterno dell'automobile a guardare la scena, e insieme si sono allontanati in auto. "Sarà durato tutto una trentina di secondi – prosegue ancora il 44enne – anche se sono sembrati un'eternità. Mi hanno soccorso alcuni passanti, hanno chiamato un'ambulanza; i sanitari mi hanno consigliato il ricovero ma ho preferito venire medicato sul posto. Si è trattato di un'aggressione immotivata quanto feroce, se non avessi indossato il casco avrei riportato conseguenze ben più gravi".

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