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Covid 19

Ospedale del Mare, emergenza infinita: il medico oncologo finisce in Medicina d’urgenza

La Cgil denuncia l’uso di medici specializzati in altri rami nella medicina d’urgenza. Fino a 60 pazienti in un solo turno, con reparti distanti tra di loro. Il fenomeno è iniziato con l’impiego di un oncologo in medicina d’urgenza durante un turno notturno. La carenza di personale medico sanitario continua a caratterizzare le attività dell’Ospedale del Mare anche dopo la chiusura dei reparti Covid. Secondo il sindacato l’uso di medici non equipollenti in medicina d’urgenza violerebbe le normative.
A cura di Antonio Musella
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La carenza di personale medico sanitario è stato la più grande falla della sanità campana durante la gestione della fase acuta della pandemia da Covid 19. Mancano medici, infermieri, operatori socio sanitari, e l'Ospedale del Mare è stato uno dei teatri dove questa carenza strutturale, mai colmata, ed ora il problema di ripropone in forme nuovamente emergenziali. Il deficit riguarda soprattutto i medici di emergenza/urgenza a cominciare da quelli impegnati nel Pronto Soccorso del nosocomio di Napoli Est. Come denunciato dalla CGIL per far fronte alla carenza di medici la direzione sanitaria sta costringendo dottori con altre specializzazioni a prestare servizio in pronto soccorso. Una circostanza che potrebbe essere molto pericolosa oltre che al di fuori della normativa.

Il caso: un oncologo in medicina d'urgenza

La Cgil denuncia un caso specifico avvenuto alla fine del mese di giugno che, secondo fonti del sindacato, sta per diventare una prassi nei mesi estivi. "Lo scorso 25 giugno durante un turno di lavoro notturno – scrive il sindacato in una nota – un dirigente medico oncologo, specializzazione non equipollente e/o affine alla Medicina di Emergenza/Urgenza, ha ricevuto un ordine di servizio per coprire il turno in Medicina di Urgenza (Mecau), un turno che si sapeva essere scoperto da almeno 20 giorni e quindi non una situazione improvvisa ed imprevista". Il medico in questione ha dovuto coprire anche il turno nel proprio reparto di appartenenza e quello di medicina interna per un totale di ben 60 pazienti. Facile immaginare che in queste condizioni è difficile prestare assistenza in maniera efficace. Ma quello che preoccupa è l'uso di professionalità che tecnicamente vengono definite "non equipollenti". In buona sostanza mettere un dirigente medico specializzato in altro ramo ad assistere pazienti in emergenza/urgenza, magari colpiti da politrauma o altre patologie non afferenti alla sua specializzazione può essere rischioso e molto pericoloso. Non solo, come ribadisce la Cgil: "Spesso l’ordine di servizio, in maniera illegittima, è indirizzato anche a dirigenti medici con specializzazioni non equipollenti e/o affini alla Medicina di Emergenza/Urgenza, nonostante diverse sentenze abbiano ribadito che il medico non possa essere impiegato in compiti che esulino dalla propria specializzazione". La circostanza dunque violerebbe anche le normative vigenti oltre a rappresentare una prestazione inappropriata che può penalizzare la qualità dell'assistenza.

Ordini di servizio per colmare il deficit

Quello che sembrerebbe mancare del tutto è una programmazione della direzione sanitaria in grado di fare i conti con la carenza cronica di medici nei reparti più delicati dell'emergenza/urgenza. Il sindacato, nella nota inviata alla direzione sanitaria, si riserva di prendere tutte le iniziative possibili se si procederà ancora con l'uso dell'ordine di servizio a medici non equipollenti per prestare servizio in emergenza/urgenza. La situazione potrebbe peggiorare ulteriormente nelle prossime settimane con l'approssimarsi del mese di agosto e il periodo di ferie del personale medico. In questo scenario i dirigenti medici potrebbero essere costretti a coprire turni in più reparti contemporaneamente compreso il pronto soccorso arrivando a gestire un numero imprecisato di pazienti. Cioè che lascia perplessi ulteriormente è che l'organizzazione del personale avrebbe dovuto trovare maggiore efficienza dopo la chiusura di alcuni reparti Covid dell'Ospedale del Mare. Ma invece di riorganizzare le risorse, sottolinea il sindacato, la direzione sanitaria ha deciso di non pianificare e di procedere con gli ordini di servizio a medici non equipollenti. Insomma le difficoltà strutturali della sanità campana non sono cambiate dopo la fase acuta della prima, della seconda e della terza ondata della pandemia da Coronavirus. Anzi, forse sono anche peggiorate.

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