Omicidio Marzia Capezzuti, la testimone al processo: “Mia madre è un’assassina”

"Io sono la figlia, ho tutto il diritto di chiamarla assassina": a parlare è Anna Maria Vacchiano, figlia di Barbara Vacchiano, quest'ultima imputata, insieme al compagno, Damiano Noschese, per l'omicidio di Marzia Capezzuti, la 29enne milanese scomparsa da Pontecagnano Faiano (Salerno) e poi trovata morta, a distanza di mesi, in un casolare abbandonato di Montecorvino Pugliano, a pochi chilometri di distanza; la ragazza sarebbe stata uccisa nella notte tra il 6 e il 7 marzo 2022, dopo un lungo periodo di vessazioni nella casa della Vacchiano, sorella dell'ex compagno.
Anna Maria Vacchiano in aula: "Mia madre è un assassina"
Per l'omicidio di Marzia Capezzuti è finito sotto processo un figlio di Barbara Vacchiano e Damiano Noschese, minorenne all'epoca dei fatti, già condannato a dieci anni di reclusione. La testimonianza di Anna Maria Vacchiano è stata trasmessa da "Chi l'ha visto?". Secondo il gip che ha firmato l'ordinanza contro i coniugi e il figlio, la giovane "era l'unica della famiglia ad avere mostrato un rigurgito di coscienza, ad avere conservato un residuo di umana pietà".
Marzia Capezzuti obbligata a ingoiare un mozzicone acceso
La donna, parlando delle vessazioni di cui era vittima Marzia Capezzuti, ha raccontato che una volta la madre l'aveva costretta a ingoiare un mozzicone di sigaretta acceso; dopo quell'episodio si sarebbe allontanata da quella casa, per poi tornarvi soltanto il 5 marzo 2022, quando avrebbe trovato la 29enne in condizioni pessime.

I rapporti tra Barbara Vacchiano e Marzia Capezzuti, ha raccontato ancora la figlia dell'imputata, sarebbero stati inizialmente cordiali ma si sarebbero inaspriti dopo la morte per overdose di Alessandro Vacchiano, compagno della 29enne. Da quel momento la giovane, ritenuta responsabile di quella morte, sarebbe stata vittima di vessazioni e torture e i coniugi si sarebbero appropriati della piccola pensione a cui aveva diritto.
"Doveva fare la sua schiava"
Anna Maria Vacchiano ha raccontato, ancora, che a Marzia Capezzuti veniva negato il cibo e la possibilità di lavarsi, e che la madre diceva che "doveva fare la sua schiava". La donna l'avrebbe costretta a dormire a terra "come un cane" e l'avrebbe marchiata a fuoco, imprimendole sulla pelle le sue iniziali con un ferro da cucina. L'ultima volta che le due si sarebbero incontrate, ha raccontato ancora la testimone, Marzia Capezzuti non aveva più i denti e le aveva detto che a strapparglieli era stata Barbara Vacchiano con una tenaglia.