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Nuove minacce della camorra alla masseria “Ferraioli”: “Ci prendiamo quello che vogliamo”

Nuove minacce ai gestori della masseria “Ferraioli”, che sorge su un bene confiscato alla camorra: “Qua ci prendiamo quello che vogliamo”
A cura di Antonio Musella
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Non c'è pace per la masseria "Antonio Ferraioli" di Afragola, il bene confiscato alla camorra più grande della Campania. Dopo le minacce velate degli ultimi mesi, ad opera di persone vicine al clan Magliulo, famiglia di camorra a cui apparteneva la masseria prima della confisca, ora chi si è presentato ai cancelli del bene confiscato si è qualificato come appartenente al clan ed ha fatto minacce esplicite. Immediata la denuncia ai Carabinieri da parte delle associazioni e delle cooperative che gestiscono il bene confiscato alla camorra. Il senatore Sandro Ruotolo ha lanciato l'allarme e nei prossimi giorni sono attese mobilitazioni proprio sui terreni del bene confiscato.

La minaccia della camorra: "Ci prendiamo quello che vogliamo"

Come hanno denunciato i rappresentanti delle associazioni che gestiscono il bene confiscato, alla masseria nella giornata di ieri (11 luglio 2022, ndr) si sono presentati degli uomini che si sono qualificati come appartenenti al clan Magliulo, minacciando i presenti in maniera esplicita. "Metà di tutto questo è nostro e ci prendiamo quello che vogliamo" hanno riferito gli uomini di camorra ai gestori del bene confiscato. La minaccia di oggi segue alla richiesta di estorsione ricevuta dai gestori della masseria nel mese di maggio, quando un uomo si era presentato ai cancelli chiedendo il pizzo. Anche in quel caso immediata fu la denuncia ai Carabinieri che ha portato all'identificazione dell'uomo. La Masseria "Ferraioli" ospita oggi 308 orti urbani gestiti de decine di famiglie di Afragola e di tutta l'area metropolitana di Napoli, migliaia di alberi da frutta, che producono marmellate e conserve che vanno sul mercato, spazi aperti e salubri a disposizione dei cittadini in quello che un tempo fu un fortino del clan Magliulo di Afragola. Giovanni Russo, è uno dei gestori del bene confiscato: "Avevamo appena finito la raccolta del grano ed abbiamo visto una macchina con delle persone sui terreni, quando ci siamo avvicinati uno di loro si presenta dicendo che stava raccogliendo le sue cose. Quando gli abbiamo chiesto spiegazioni ci ha detto che era dei Magliulo e che la metà dei prodotti della terra era loro e lui poteva prendere quello che voleva. Abbiamo continuato la discussione e quest'uomo si è messo a telefonare non so a chi, dopo venti minuti di discussioni l'uomo si è allontanato portandosi con se gli ortaggi che era riuscito a prendere" spiega. La preoccupazione chiaramente cresce nei giovani che stanno gestendo la masserie: "La preoccupazione cresce, sono appena partiti i lavori sul bene confiscato grazie ai fondi del Ministero dell'Interno, abbiamo già subito una richiesta estorsiva , è sempre più difficile portare avanti la lotta ai clan. Abbiamo avuto numerosi furti, poi le minacce, sentiamo al nostro fianco lo Stato, ma chiediamo ancora una volta l'intervento della società civile, organizzeremo un open day per la cittadinanza, per venire fisicamente qui per ribadire che la masseria è un bene comune e non torneremo indietro" ha sottolineato Russo.

Ruotolo: "Dobbiamo mobilitarci per difendere la masseria"

Il senatore Sandro Ruotolo, appena appresa la notizia delle nuove minacce ai gestori della masseria "Ferraioli" è immediatamente intervenuto annunciando una mobilitazione a difesa della struttura. "Dobbiamo difendere a tutti i costi il bene confiscato alla camorra più grande dell’area metropolitana di Napoli. E’ una battaglia che riguarda tutti. In poche settimane si sono registrati diversi episodi di intimidazione. Dobbiamo reagire e difendere questo bene comune questo susseguirsi di minacce avviene nei giorni in cui finalmente sono partiti i lavori di ristrutturazione del manufatto con i finanziamenti del Pon legalità del Ministero dell’Interno" spiega il senatore. "Bisogna immediatamente rispondere alla camorra. Abbiamo fiducia nel lavoro degli investigatori e della magistratura. Bisogna, in tempi rapidi, lanciare un segnale chiaro: la camorra non passerà" sottolinea Ruotolo.

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