Nino D’Angelo racconta di quando lasciò Napoli a causa della camorra: “Ci spararono alle finestre di casa”

Domenica scorsa, ospite a Domenica In su Rai1, Nino D'Angelo si è raccontato a Mara Venier insieme al figlio Toni, regista del documentario 18 giorni, dedicato alla vita e alla carriera del cantautore, presto in uscita al cinema. Tra aneddoti e canzoni, l'artista ha rievocato anche uno dei passaggi più dolorosi della sua storia: l'addio forzato a Napoli. «È stato terribile – ha raccontato – ma non avevamo scelta: la camorra sparò contro le finestre di casa. Abbiamo avuto paura, denunciato, e siamo dovuti scappare».
D'Angelo ha spiegato che non si trattò di un trasferimento volontario, bensì di un distacco resosi necessario per salvaguardare i suoi cari. «Non mi sono alzato una mattina decidendo di andare a Roma, mi ci hanno costretto. Volevano la tangente. Io volevo restare, ma mia moglie aveva paura, voleva proteggere i figli. Alla fine ho lasciato tutto: mamma, papà, la mia vita». Oggi, pur vivendo nella Capitale, il legame con la città, lui dice, resta intatto. «Roma mi ha adottato, è come una zia che ti vuole bene. Ma Napoli è mammà», ha detto il cantante.
Il documentario su Nino D'Angelo girato dal figlio Toni
Antonio D'Angelo detto Toni, regista, ha girato un documentario sul padre, dal titolo "Nino, 18 giorni" già presentato alla Mostra di Venezia, che sarà nelle sale dal 20 novembre per un evento speciale, dopo due anteprime l’11 al cinema Metropolitan di Napoli e il 17 al Giulio Cesare di Roma. Coprodotto da Isola Produzioni, Mad Entertainment, Stefano Francioni Produzioni, il docu fa riferimento ad un episodio particolare della vita dell'ex caschetto biondo. Quando venne alla luce Toni, Nino era in Sicilia, in tour, per la precisione a Palermo. Il successo fu così forte che dovette rimanere altri 18 giorni nel capoluogo siciliano, ritardando così la conoscenza di suo figlio.