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Napoli, il volto di Massimo Troisi al Rione Sanità distrutto dai vandali: era il simbolo del Vicolo della Cultura

La denuncia dell’associazione artistica e culturale Putéca Celidònia: “Il Vicolo della Cultura sta iniziando a dare fastidio. Scusaci Massimo, non ci resta che piangere… e poi ricostruire”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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L'opera dell'artista Mario Schiano al Rione Sanità
L'opera dell'artista Mario Schiano al Rione Sanità

Distrutta dai vandali l'opera con il volto di Massimo Troisi nel Vicolo della Cultura al Rione Sanità di Napoli. Il quadro, realizzato dall'artista Mario Schiano, dedicato al grande attore napoletano scomparso nel 1994 si trovava in via Montesilvano. A denunciarlo è l'associazione artistica Putéca Celidònia con un post sul suo profilo Facebook: "Il Vicolo della Cultura – scrive – sta iniziando a dare fastidio. Quindi è da distruggere". E conclude: "E scusaci Troì, non ci resta che piangere… e poi ricostruire".

La tristezza dell'autore

"Stanotte – scrive in un post su Facebook l'autore del dipinto, l'artista Mario Schiano – è stata distrutta la mia installazione dipinta a mano di Massimo Troisi al Rione Sanità ne Il Vicolo della Cultura.Dava fastidio a qualcuno si dice…. A qualcuno che evidentemente non sa nemmeno chi era Massimo, o forse si, bisogna essere infami a cercare di togliere un simbolo del genere ai bambini che in quel vicolo oggi fanno teatro grazie a Putéca Celidònia e Opportunity.Sempre peggio".

La denuncia dell'associazione culturale

L'associazione di artisti Putéca Celidònia è stata fondata nel 2018 da sei allievi della scuola del Teatro Stabile di Napoli ed è impegnata anche civicamente. Sul suo profilo social ha scritto in merito all'atto vandalico nel Vicolo della Cultura: Dà fastidio la luce, il turismo, la gente che finalmente passa e non ha più paura. Dà fastidio che un vicolo buio e nascosto, non possa più essere utilizzato per altre attività. Perché finalmente c’è luce, cultura, vita. Dà fastidio che Troisi, Totó, Sofia Loren e centinaia di libri colorino le strade, le illuminino, rivitalizzino. Dà fastidio che gli abitanti del vicolo vedano tutta questa bellezza come il loro riscatto, il punto di partenza, la rinascita".

E conclude:

O forse semplicemente diamo fastidio noi. Con i corsi gratuiti, la scuola di teatro, gli sportelli di ascolto. In realtà poco importa. Qualcuno distrugge? Noi ricostruiamo. Il vicolo della cultura resta lì. Le opere restano lì. La luce non si spegnerà. Dietro ogni opera, ogni edicola, ogni libro, ci sono donazioni, sogni, fiducia. E noi non li tradiremo. Non ci arrendiamo. A fatica, insieme, ricostruiamo. Non ce ne andiamo. E scusaci Troì, non ci resta che piangere… e poi ricostruire".

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