Martina Carbonaro, per Alessio Tucci aggravante di crudeltà. L’autopsia dirà se era ancora viva dopo il primo colpo

Nel corso dell'interrogatorio di convalida del fermo, Alessio Tucci, 18 anni, ha fornito alcuni particolari sul femminicidio dell'ex fidanzata Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola, raccontando al gip di averla colpita alla testa con una pietra mentre era di spalle. Sarà però l'autopsia sul corpo della ragazza, che si svolgerà il prossimo 3 giugno, a stabilire con precisione la dinamica del delitto: agli inquirenti preme soprattutto stabilire se Martina Carbonaro fosse ancora viva quando Alessio Tucci, dopo averla colpita, l'ha coperta con un cumulo di rifiuti per poi lasciare l'ex casa del custode nei pressi dello stadio Moccia di Afragola dove si è consumato il delitto.
La procuratrice: "Aggravante relazione interrotta e crudeltà"
Sul femminicidio di Martina Carbonaro, intanto, questa mattina, nell'ambito di una conferenza stampa, sono arrivate anche le parole di Anna Maria Lucchetta, procuratrice di Napoli Nord che svolge le indagini sul delitto. "Quando abbiamo ritrovato il corpo di Martina sotto dei rifiuti, abbiamo chiamato Tucci che era a casa della ragazzina. Una volta in caserma, davanti all'evidenza dei filmati, ha ammesso di averla uccisa colpendola varie volte con una pietra trovata sul posto. Un'altra aggravante che abbiamo contestato è la relazione affettiva che era interrotta. Tucci ha ammesso di averla uccisa perché la ragazzina non voleva più proseguire la sua vita con lui" ha detto il magistrato.
Per Lucchetta "non c'era alcun segnale di criticità di questa relazione affettiva né ricevuta dalle forze é da questa autorità giudiziaria. Noi parliamo di una relazione affettiva tra una bambina di 14 anni ed un ragazzo di appena 18 anni. Quindi che criticità poteva esserci?".
La procuratrice Lucchetta ha poi proseguito: "Non chiedete quanti colpi di pietra sono stati dati e dove è stata colpita perché questo solo l'autopsia lo stabilirà, ma posso dire che Alessio Tucci ha agito con crudeltà". "Bisogna mettere in campo tutte le azioni nel sociale – ha concluso il magistrato della Procura di Napoli Nord -. Che ognuno educhi bene i nostri figli".