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Femminicidio di Martina Carbonaro

“Martina Carbonaro morta dopo lunghi minuti di agonia”: l’ordinanza per l’ex Alessio Tucci

Martina Carbonaro sarebbe stata ancora viva quando l’ex fidanzato l’ha sepolta tra i rifiuti nel casolare di Afragola; emerge dalla consulenza preliminare contenuta nell’ordinanza a carico del 18enne Alessio Tucci.
A cura di Nico Falco
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Martina Carbonaro
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Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola (Napoli) dall'ex fidanzato, il 18enne Alessio Tucci, sarebbe morta dopo lunghi minuti di agonia per i colpi inferti alla testa con una pietra. È quanto emerge dall'ordinanza con cui il gip del Tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, ha applicato la custodia in carcere per il giovane, reo confesso dopo il ritrovamento del cadavere nella ex casa del custode del campo Moccia di Afragola; la motivazione del provvedimento è "un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie", che non rende applicabile, a parere del giudice, una diversa misura cautelare.

L'ipotesi: sepolta tra i rifiuti ancora viva

Tucci è assistito dall'avvocato Mario Mangazzo, mentre la famiglia di Martina Carbonaro si è affidata al legale Sergio Pisani. Ulteriori informazioni sul decesso della ragazza potranno arrivare soltanto dall'autopsia, il cui incarico verrà affidato il 3 giugno, ma dalla consulenza preliminare del medico legale emergerebbe un quadro diverso, che "smentisce in parte" quello raccontato da Tucci. Dall'ordinanza si evince, infatti, che la ragazza non sarebbe morta dopo il primo colpo e nemmeno dopo i successivi, sempre inferti con una pietra, ma che la sua agonia sia durata diversi minuti, e che sarebbe quindi stata ancora viva quando il ragazzo l'ha coperta con un mobile-armadio e con materiali di risulta che ha trovato nell'appartamento in disuso.

Tucci ha agito "con crudeltà" e "tranquillità"

Nell'ordinanza, inoltre, il gip Amodeo sottolinea che dal comportamento di Alessio Tucci emerge "una personalità allarmante", "incapace di controllare i propri impulsi". Inoltre, evidenzia, la tranquillità manifestata all'esterno, quindi nei comportamenti attuati successivamente all'omicidio, indica "capacità e lucidità" nell'affrontare con freddezza un evento "di tale dirompenza e gravità" che lui stesso ha definito inspiegabile.

Ieri, nel corso di una conferenza stampa della Procura di Napoli Nord, la procuratrice Anna Maria Lucchetta aveva sottolineato che il ragazzo avrebbe agito con "crudeltà", "efferatezza", "tranquillità" e "disinvoltura". Dopo l'omicidio, il 18enne aveva mentito agli inquirenti, aveva fatto sparire i propri vestiti e aveva partecipato alle ricerche, rassicurando i genitori di Martina Carbonaro.

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