Marito e moglie mettevano a disposizione la casa per gli incontri del clan: 11 arresti negli Amato-Pagano

Un blitz della Direzione investigativa antimafia di Napoli è scattato nella mattinata odierna, giovedì 18 dicembre, nei confronti del clan Amato-Pagano: gli uomini delle Dia, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo camorristico, in quanto ritenute affiliate ai cosiddetti Scissionisti, com'è conosciuto anche il clan Amato-Pagano vista la scissione dal clan Di Lauro che portò, all'inizio degli anni Duemila, alla sanguinosa faida di Scampia; le 11 persone sono indagate anche per intestazione fittizia di beni e di riciclaggio, con l'aggravante di aver agito per agevolare il clan.
Le misure cautelari odierne prendono origine dalle indagini effettuate dal Centro Operativo della Dia di Napoli e coordinate dalla Dda, che un anno fa, nel dicembre del 2024, hanno portato all'arresto di 53 persone ritenute affiliate, anche in posizioni apicali, al cosiddetto clan degli Scissionisti. Le indagini e le conseguenti misure cautelari avevano portato gli inquirenti a ricostruire l'organigramma del clan, nonché a definire l'operatività degli Amato-Pagano, attivi principalmente alle porte di Napoli, tra Melito e Mugnano, ma anche nei quartieri partenopei di Scampia e Secondigliano.
A Melito una coppia di coniugi prestava la propria casa per gli incontri del clan
Tuttavia, nel corso dell'attività investigativa che ha portato agli 11 arresti odierni, sono emersi ulteriori dettagli sulle attività del clan e sui ruoli degli affiliati, ma anche di persone esterne che agevolavano il sodalizio criminale. Gli inquirenti hanno riscontrato la necessità degli affiliati di trovare luoghi sicuri per gli incontri dei vertici del clan; in questo senso, sono emersi gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due coniugi di Melito, che avrebbero messo a disposizione degli elementi di spicco del clan la loro abitazione. Durante le riunioni, marito e moglie si allontanavano dall'abitazione, lasciandola nella piena disponibilità del clan.
Soldi alle famiglie degli affiliati detenuti e riciclaggio dei soldi sporchi
Le indagini hanno fatto emergere, inoltre, l'elargizione delle cosiddette mesate, ovvero dei soldi che il clan corrispondeva alle famiglie – quasi sempre alle mogli – degli affiliati che si trovavano in carcere: i soldi corrisposti erano proporzionali al ruolo che l'affiliato rivestiva all'interno dell'organizzazione. Inoltre, sono state riscontrate attività di riciclaggio e autoriciclaggio di denaro provento delle attività illecite, che veniva versato su carte di credito prepagate, utilizzate poi per trasferire i soldi sporchi in Spagna. Infine, è emerso come alcuni elementi di spicco del clan fossero proprietari di auto e moto di lusso, fittiziamente intestate a persone compiacenti.