Dormire è impossibile: il racconto e la disperazione di chi vive al centro storico di Napoli

Vivere nel centro storico di Napoli è oramai diventato impossibile, poiché impossibile è riuscire a dormire la notte. Cori, caos, casse bluetooth con musica al massimo volume, il tutto senza orari né regole: chi abita nell’area della movida partenopea ha visto negli ultimi anni precipitare la qualità della vita a livelli vergognosamente bassi. La lettera di due residenti a Fanpage.it.
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Si firmano «due ragazze disperate» le giovani che affidano a Fanpage.it una riflessione su quanto ogni fine settimana (in estate praticamente ogni sera) accade nel centro storico di Napoli, ormai zona franca, immune da regole e controlli, diventata Eldorado per baretti legali e illegali, per bancarellai di "spasso" (noccioline, pistacchi) e  pure per le piazze di spaccio di marijuana e hashish i cui pusher ormai operano senza nemmeno nascondersi più di tanto. Dieci anni di permissivismo, di assenza di controlli, hanno fatto del centro storico di Napoli un posto in cui è impossibile vivere per chi deve alzarsi la mattina e andare a lavorare o deve studiare per preparare un esame universitario.

La zona in esame è quella all'ombra dell'Istituto Orientale, largo San Giovanni Maggiore; nei giorni scorsi analoghe lettere sono giunte dai Quartieri Spagnoli e  ci sarebbero cento altre situazioni simili. Corredata da una serie di video, ecco qual è la situazione raccontata da chi ci vive.

Caro Fanpage.it,

questa è la lettera di due ragazze disperate che abitano al centro storico di Napoli da quasi 10 anni, precisamente in una delle piazze più frequentate dalla movida napoletana: stiamo parlando di Largo San Giovanni Maggiore chiamata anche “piazzetta Orientale”.
Siamo due ragazze giovani, abbiamo fatto parte e facciamo parte tutt’ora della movida, ma purtroppo ci ritroviamo a scrivere per portare all’attenzione l’enorme disagio che stiamo vivendo. Negli anni scorsi, nonostante le moltissime persone che frequentavano la piazza, riuscivamo comunque a vivere una vita tranquilla e serena.

Con l’arrivo della pandemia e con la fine del lockdown la situazione è cambiata in modo drastico: l’uso spropositato di casse Bluetooth ad un volume altissimo, per tutta la durata della notte, unito all’aumento del numero di persone che vengono qui a bere, che intonano cori da stadio e canzoni neanche fossimo ad un concerto, il rumore di clacson continuo delle auto che non riescono ad attraversare la piazza a causa della enorme quantità di gente , sono ormai presenti (con intensità che aumenta mano a mano che ci avviciniamo al fine settimana) tutti i giorni.

La musica alta, i canti, i cori, i rumori ed il vociare, che ormai è diventato come un enorme rumore unico, quindi, ci hanno reso impossibile lo svolgere di qualsiasi tipo di attività. Parliamo di ascoltare della musica, guardare un film o anche chiacchierare con le persone con cui viviamo mentre ceniamo, diventa impossibile a causa del fortissimo rumore. La mancanza di sonno è ovviamente all’ordine del giorno.

A nulla è servito provare a dialogare con le persone responsabili di tale chiasso (abbiamo ricevuto solo insulti), e nemmeno la presentazione di vari esposti e le innumerevoli chiamate alle forze dell’ordine hanno effettivamente risolto qualcosa.

Nonostante l’intervento della polizia e dei carabinieri (dipende da chi è responsabile di quella zona in quella tale nottata) nei confronti di queste persone moleste e beceramente irrispettose del più basico senso civico, quello che avviene è che, semplicemente, alla fine, quest’ultimi vengono solo allontanati, lasciati liberi quindi di poter ritornare nei giorni a seguire e di potersi comportare esattamente allo stesso modo.

Certamente non siamo per la repressione, ma anche solo prendere i nominativi di queste persone potrebbe, forse, far capire loro che potrebbero esserci delle conseguenze se dovessero continuare a reiterare tali atteggiamenti.

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Abbiamo chiesto alle forze dell’ordine perché non lo facessero e pare che ci sia il bisogno dell’autorizzazione del questore che però nessuno sa come ottenere. Inoltre, altra questione spinosa è come viene lasciata la piazza dopo che tutti se ne sono andati: una discarica a cielo aperto sarebbe più igienica e la quantità di vetro presente è impressionante. Tant’è che anche la pulizia della piazza (che comincia alle 5 del mattino con il camion dell'Asìa che passa a ritirare bidoni e bidoni pieni zeppi di bottiglie) diventa ulteriore fonte di rumore e per tanto ci impedisce di riposare.

Per questo che ci ritroviamo qui a scrivervi, perché non sappiamo più a chi rivolgerci per poter vedere garantito il nostro diritto ad un sano riposo oltre che a vivere in un posto pulito e non ricoperto completamente da cocci di vetro, vomito e spazzatura varia.

Non avremmo mai pensato di arrivare al punto di dover scrivere una lettera contro la movida da noi tanto amata e ricercata, ma purtroppo notiamo un cambiamento nelle modalità di fare festa e, soprattutto, la mancanza di rispetto nei confronti di chi, questi quartieri, li vive quotidianamente.

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