La bimba napoletana in ospedale con Sacha, che in Ucraina ha perso un braccio: “C’è la guerra nei suoi occhi”

Una lettera emozionante, dalla quale traspare tutto l'orrore della guerra soprattutto per i bambini, quella che Martina Palma, 14enne che frequenta l'istituto Renato Cartesio di Villaricca, nella provincia di Napoli, ha scritto al papà. Martina, infatti, era ricoverata insieme a Sacha, la bambina ucraina di 9 anni che ha perso un braccio perché colpita da un carrarmato russo e che, arrivata in Italia in fuga dalla guerra, è stata ricoverata all'ospedale Bambin Gesù di Palidoro (Fiumicino) per le cure necessarie. La 14enne napoletana ha dunque deciso di scrivere una lunga lettera al papà, che è stata poi pubblicata su Facebook dalla pagina "Ma che Italia è mai questa?".
La lettera di Martina Palma
Oltre che una lettera molto commovente, quello di Martina Palma è un vero e proprio appello contro lo guerra in Ucraina e, in generale, contro tutte le guerre, che sempre mietono la maggior parte delle vittime tra i civili, purtroppo anche tra i bambini. Ecco cosa ha scritto la 14enne:
Dopo aver incontrato Alexandra (Sasha) ho realizzato di essere davvero fortunata. Posso contare sul fatto di avere una famiglia al completo, di sentirmi protetta dal tuo caloroso abbraccio, di avere una casa e degli amici, di vivere in un paese di pace. Ho vissuto il giorno della mia seconda operazione come un giorno difficile. Difficile per un’adolescente, ma solo perché non avevo considerato chi stava peggio di me. Papà, ho visto da vicino cos’è la guerra, quella che ho visto sui telegiornali. L’ho vista però anche negli occhi di Sasha, e di sua madre, e mi sono sentita piccola piccola. Sai perché? Perché ero convinta che il mio dolore fosse il più forte di tutti, ma poi il sorriso di una bambina con un arto amputato, scappata della guerra, orfana del padre e priva di ogni cosa, mi ha fatto ricredere e comprendere che il mio dolore era davvero nulla rispetto al suo
La lettera di Martina continua così:
Non posso credere che esistano tanta cattiveria e tanta sofferenza nel mondo. La guerra in televisione ti sembra lontana finché non la vedi da vicino, tramite i testimoni che l’hanno vissuta in prima persona. Mi ha lasciato senza parole la paura che si porta, e credo si porterà per tanto tempo, Sasha. Pensa, papà, quando sente l'allarme di segnalazione della macchinetta di monitoraggio che mi hanno applicato, e quando sente il campanello di chiamata dei pazienti, scappa in bagno per paura. Nella sua testa c’è sempre l’allarme bombardamento. Oggi ho colorato tanto con lei, abbiamo comunicato con i traduttori dei cellulari e, per un attimo, il dolore dell’operazione è passato. Papà, mi hai promesso di aiutare Sasha, non può finire così la sua vita, deve poter avere le stesse cose che ho avuto io. Deve poter vivere una vita normale. Fammi una promessa: non lasciamo sole Sasha e la madre, hanno bisogno di noi