Il futuro di Vincenzo De Luca sarà un ritorno al passato? Sindaco di Salerno per la quinta volta

«Non escludo il ritorno», era il titolo di un album di Franco Califano ma potrebbe essere il claim della campagna per Vincenzo De Luca sindaco di Salerno nella primavera del 2027. Sia chiaro, manca un bel po' di tempo e possono succedere molte cose. Tuttavia per molti, per tutti quasi, sembra un naturale processo quello di ritornare lì dove tutto è partito. Vincenzo De Luca ha dedicato alla battaglia regionale quindici anni: un decennio in cui è stato governatore e il lustro precedente in cui ha sfidato Stefano Caldoro venendo sconfitto la prima volta. L'attuale sindaco salernitano – che si chiama Vincenzo Napoli – è sua diretta emanazione e questo è l'ultimo dei due mandati consecutivi che permette la legge. Dunque le tempistiche ci sono, la finestra elettorale c'è.
Politicamente una sua ricandidatura ad un quinto mandato da sindaco di Salerno si inscriverebbe perfettamente in quel «marketing della nostalgia» che ormai è una leva potente anche in politica. Se partiamo da questo possiamo capire perché l'ipotesi di un ritorno dello "sceriffo" non sia affatto campata in aria.

«Frullino, sei il mio battito di ali!». Quindici anni fa, in una delle sue dirette televisive, all'epoca non usava ancora i social network e i monologhi venivano trasmessi solo sull'emittente privata salernitana "Lira Tv", De Luca, dispensava "consigli" alle fidanzate di coloro che scrivono messaggi d'amore imbrattando i muri di Salerno. Basterebbe un frame di quel filmato per toccare un'emozione primaria, cioè il desiderio di tornare a un tempo percepito come migliore. È il cosiddetto «effetto madeleine» (dalla "Recherche" di Proust, in cui il sapore di un dolcetto rievoca un mondo perduto di ricordi). È lo stesso meccanismo usato dalle aziende quando rilanciano un vecchio prodotto degli anni Ottanta. Solo che in politica diventa: «Ricordi com'era meglio, quando amministravo io?». De Luca può permetterselo: ha una storia amministrativa lunga, e un brand personale riconoscibile.
Dal punto di vista politico non c'è gara se De Luca è in campo: se decidesse di rindossare la fascia tricolore difficilmente troverebbe avversari, ad oggi. Resta appunto l'ultimo fattore: la sua voglia di farlo. Manca molto e non accetterà mai di farsi cucire addosso oggi, in questa fase, la giacchetta dell'aspirante ricandidato sindaco, visto che c'è ancora in gioco la partita delle Elezioni Regionali in Campania e la sua lista "A testa alta" punta a condizionare l'operato del futuro governatore campano, soprattutto se si tratterà di Roberto Fico.