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Elezioni Regionali 2025

Il condono edilizio promesso dal centrodestra durante le elezioni in Campania è sparito dalla manovra 2026

L’emendamento in manovra diventa un ordine del giorno, non vincolante. Fratelli d’Italia: “Si riapriranno i termini”, l’opposizione di centrosinistra: “Di fatto lo hanno ritirato”
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Il selfie di Meloni, Salvini, Tajani e Lupi con Cirielli
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È stato l'argomento che nei giorni della campagna elettorale per le Regionali in Campania ha dominato le discussioni: la riapertura dei termini del condono edilizio 2003, una promessa del candidato del centrodestra Edmondo Cirielli – poi sconfitto da Roberto Fico del centrosinistra – che oggi sfuma in commissione Bilancio al Senato, mentre si discute della manovra finanziaria 2026. In commissione c'era uno stallo su due emendamenti, il 9.0.8 e il 117.0.2, che in pratica avrebbero riaperto i termini del terzo condono edilizio, che all'epoca volle Silvio Berlusconi e cui la Regione Campania allora guidata da Antonio Bassolino decise di non aderire per evitare uno scempio del territorio. Una proposta che era stata sventolata in piena campagna per le Regionali. Oggi qualcosa è evidentemente cambiata: «La proposta di modifica – ha riferito il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan – sarà trasformata in un ordine del giorno». «È una nostra vittoria, è stato di fatto ritirato: un ordine del giorno non si nega a nessuno ma come si sa non ha valore vincolante», sottolineano i capigruppo delle opposizioni di centrosinistra.

La differenza fra emendamento e ordine del giorno

Il senatore di Fratelli d'Italia, Antonio Iannone, commissario regionale del partito in Campania è di diverso avviso. Dice: «Il governo Meloni ha il coraggio di riaprire i termini della sanatoria 2003. Con l'approvazione dell'ordine del giorno firmato dai senatori campani e dal collega Matteo Gelmetti si darà la possibilità di fare giustizia per tutti coloro che non poterono usufruire di quella norma».

In realtà, un emendamento modifica direttamente il testo di una leggel cambia articoli o commi e, se approvato, produce effetti giuridici immediati. Un ordine del giorno, invece, non incide sulla legge: è un atto di indirizzo con cui il Parlamento chiede al Governo di impegnarsi su un tema. Se approvato non è vincolante e non comporta modifiche normative.

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