Gli omicidi di Vitale e Buono non sarebbero collegati, sullo sfondo la guerra di camorra degli ex Moccia

A separarli ci sono una manciata di chilometri e di ore, ma gli omicidi di Antonio Vitale e Pasquale Buono, il primo ucciso martedì mattina a Cardito e l'altro ieri sera ad Afragola, potrebbero non essere collegati. Perlomeno, non direttamente, sebbene entrambi appaiono riconducibili a dinamiche di criminalità organizzata. È su questa ipotesi che sono al lavoro la Squadra Mobile e i commissariati di Frattamaggiore e Afragola. Primo interrogativo a cui rispondere, il ruolo che le due vittime ricoprivano nello scenario criminale.
I due omicidi a Cardito e Afragola
I due agguati hanno una dinamica molto simile, quella classica da camorra. Vitale era in auto quando è stato affiancato da una motocicletta, gli hanno esploso contro una decina di colpi di pistola; è deceduto poco dopo all'ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. L'agguato a Buono è invece stato ripreso in parte dalle telecamere: in un video, registrato dalla sorveglianza di un'attività vicina, si vedono i killer che arrivano su uno scooter in viale Marconi, si fermano in corrispondenza del negozio di biancheria e fanno irruzione. Il raid è velocissimo, pochissimi secondi dopo i due sono già in fuga.
Vitale in passato era stato accostato al gruppo Orefice, costola del clan Pezzella, articolazione dei Moccia, mentre Buono era incensurato. Anche il 45enne ucciso ieri, però, graviterebbe nell'orbita dei Moccia e di lui aveva parlato il collaboratore di giustizia Michele Puzio, indicandolo come autista in alcuni reati commessi da personaggi legati al clan di Afragola (per quelle accuse non c'erano state conseguenze giudiziarie, evidentemente per mancanza di riscontri oggettivi).
I contrasti tra gruppi criminali legati ai Moccia
Il contesto in cui si muovono le indagini resta quello del clan Moccia. O, per meglio dire, delle sue articolazioni: il gruppo di Afragola è ormai ben lontano dal territorio, sempre più proiettato verso la dimensione imprenditoriale, tra riciclaggio e appalti con una sfilza di zeri. Nella provincia Nord di Napoli restano i gruppi locali, quelli che dei Moccia sono referenti e, come delinea l'Antimafia nell'ultima relazione, hanno sempre conservato una propria autonomia, ai gradini inferiori di una confederazione che può essere rappresentata come una piramide.
Il potere del clan di Afragola, riporta l'Antimafia, si estende anche su Casoria, Arzano, Cardito, Caivano, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore. Un territorio vastissimo, dove gli interessi in ballo sono alti e di vario tipo e dove gli equilibri possono facilmente disgregarsi dopo un omicidio o una scarcerazione.