Giunta regionale Fico, Bonavitacola non entra. A De Luca la proposta: indica una donna assessore

«Salerno lo deve avere». La frase, pronunciata da un esponente Dem, rende in pieno cosa è stata la Regione Campania in questo decennio di deluchismo. L'area politica identificata totalmente con quella geografica e isolata, nella mappa e nel modus operandi. Salerno, ovvero l'area che fa riferimento a Vincenzo e Piero De Luca, col suo codazzo di personaggi all'interno della lista "A testa alta" deve avere una rappresentanza nella nuova giunta regionale della Campania guidata da Roberto Fico. Ma quella rappresentanza non sarà guidata da Fulvio Bonavitacola. L'ex vicepresidente della giunta De Luca, uomo-ombra dello sceriffo non può rientrare dalla finestra di Palazzo Santa Lucia. Altrimenti che sarebbe di Fico? Un re travicello diviso fra i due poteri del Pd in Campania ovvero l'area di Mario Casillo e l'area di Vincenzo De Luca. Non toccherebbe palla. E l'area Schlein? Il trittico orlandiani (Marco Sarracino) franceschiniani (Teresa Armato) e articolo 1 (Francesco Dinacci) che dice? Resta fuori? Manco per idea. O si da un posto da assessore a Enzo Cuomo, sindaco di Portici (che sconta la rissosità coi Cinque Stelle nella sua città altrimenti già sarebbe assessore regionale) oppure Marco Sarracino emerge quale vicepresidente della giunta Fico con delega al Lavoro. Anche la stessa Armato è papabile. Ma così facendo il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi dovrà metter mano pesantemente al rimpasto di giunta in Comune: deve rimpiazzare Luca Trapanese, eletto M5s in Consiglio regionale e dare un assessorato al Pd per compensare l'addio di Paolo Mancuso.
Come si risolve la matassa Pd? Anzitutto eliminando ciò su cui il presidente della Regione dice no. Bonavitacola ad esempio è un nome che al momento risulta non accettabile. A Piero De Luca è stato chiesto di indicare una donna che non fosse né eletta consigliere né candidata alle Regionali, quale assessora in quota "A testa alta" (8,34% dei voti, terzo posto dopo Pd e M5S). Questo grumo sarà sciolto anche a Roma, in uno scambio con Elly Schlein, ovviamente non ufficiale e non annunciato su questo tema, per non delegittimare il nuovo governatore. Fico ieri era a Roma, ad Atreju, la festa di Fratelli d'Italia e lì ha compreso quanto la destra meloniana guardi con interesse ad ogni suo passo falso.
Dal M5S in giunta arriverà una donna. I nomi sono quelli Gilda Sportiello o di Carmela Auriemma che dovrebbero dimettersi dal Parlamento. I renziani di "Casa Riformista" sono orientati a puntare invece su Angelica Saggese ma il problema di Armando Cesaro, primo dei non eletti e fuori da tutto, si riproporrà nei mesi a venire per Renzi. I socialisti hanno sempre fatto solo il nome di Enzo Maraio; l'altro problema è Clemente Mastella: prima ha proposto il figlio Pellegrino, eletto consigliere, e gli è stato bocciato. Poi è iniziato a circolare il nome della moglie, Sandra Lonardo ma ovviamente è impossibile. Dovrà trovare un altro nome. Fico ascolterà i partiti nelle prossime ore, convocandone i leader locali. Qualcuno le ha chiamate "consultazioni stile governo", in realtà è un metodo di concertazione ben collaudato, antico come la Prima Repubblica.