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Federico II, il rettore Matteo Lorito: “Il Pnrr? Un momento storico. Il 40% dei fondi destinato al Sud”

Matteo Lorito, rettore dell’università “Federico II” di Napoli, ha definito l’arrivo dei fondi del Pnrr, di cui il 40% è destinato al Sud, «un momento storico».
Intervista a Matteo Lorito
Rettore Università degli Studi di Napoli "Federico II"
A cura di Redazione Napoli
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«È un momento storico: sono previsti quattro grandi interventi per l'università, complessivamente circa 6 miliardi, con i bandi che usciranno nei prossimi mesi». Ad affermarlo è Matteo Lorito, rettore dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" in relazione ai fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) destinati alle università e alla ricerca.

«L'idea dietro il Pnrr – spiega Lorito – è che questa pioggia di fondi ci dà la possibilità di svolgere delle attività nuove, perché questi fondi non possono essere utilizzati per motivi strutturali, ma per qualcosa che deve essere collegato a una transizione, a un'innovazione: la transizione green e l'innovazione per il digitale». L'altro grande obiettivo da raggiungere con i soldi europei è la riduzione dei divari. Come racconta il rettore di una delle università storiche della città partenopea, il 40% di questi fondi deve raggiungere il Sud. «Naturalmente alla Federico II ci si trova in una posizione importante, perché essendo la più grande università del Sud ci pone nella posizione di dare un contributo a tutto il nuovo sistema».

«I ragazzi sono tornato con entusiasmo straordinario in aula»

Lorito racconta che con una parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza arrivata ad agosto sono state finanziate «164 posizioni di ricercatore universitario junior, quelli di tipo A». In quell'occasione, il rettore racconta che «la Federico II ha fatto un grandissimo sforzo per mettere sul campo immediatamente questi posti. Nel mese di ottobre abbiamo messo praticamente a bando quasi 400 posizioni tra Rtda (Ricercatore a tempo determinato, ndr) e il dottorato di ricerca». Posizioni che si distribuiscono «su tutti i 26 dipartimenti alla Federico II», che hanno creato complessivamente «100/150 progetti in cui i temi tipici di questi dipartimenti sono stati declinati a sostegno della transizione digitale e della transizione green».

Il rettore della Federico II ha poi raccontato il ritorno nelle aule universitarie dopo il lungo periodo di didattica a distanza importo dalla pandemia. «I ragazzi sono entrati con un entusiasmo straordinario. L'università è effettivamente cambiata, noi abbiamo attrezzato praticamente tutte le aule. Oggi è normale che una parte delle lezioni venga data a distanza, è normale che i ragazzi abbiano un contatto anche a distanza con i docenti. L'asset fondamentale, però, dell'interazione studente-studente e studente-docente rimane e rimane in presenza».

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