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Estorsioni anche a parenti dell’ex boss Raffaele Imperiale: 18 arresti a Castellammare

Blitz all’alba a Castellammare di Stabia, nel Napoletano: 18 persone arrestate, tutte ritenute appartenenti al clan Cesarano. Tra le vittime di estorsione anche un parente dell’ex boss Raffaele Imperiale, oggi collaboratore di giustizia.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Vasta operazione alle prime luci dell'alba in tutta la zona di Castellammare di Stabia, nel Vesuviano, ma anche nelle province di Brescia e Pisa: in manette 18 persone, tutte ritenute appartenenti al clan Cesarano. Diversi i reati contestati ai danni degli arrestati: tra questi, anche quello di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra le vittime del racket, oltre a imprenditori e negozianti dell'area stabiese, anche un familiare dell'ex narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, oggi collaboratore di giustizia. Dei 18 arrestati, 14 sono stati portati in carcere, una agli arresti domiciliari ed altre quattro persone invece sono state sottoposte al divieto di dimora nella provincia di Napoli.

Le accuse nei confronti dei 18 arrestati

L'operazione è scattata all'alba di questa mattina, dopo una misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia: i 18 arrestati sono gravemente indiziati, a vario titolo dei reati di associazione armata di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto illegale di arma clandestina aggravato dal metodo mafioso, rapina aggravata dal metodo mafioso, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

Le indagini delle forze dell'ordine

Le indagini sono partite nel giugno 2020, subito dopo la chiusura di un'altra indagine che aveva portato a 16 arresti all'interno di un gruppo che, seppur inizialmente all'interno del gruppo Cesarano, avrebbe approfittato di una momentanea assenza di una leadership all'interno del clan per imporsi come gruppo emergente e imponendo le proprie estorsioni e il proprio traffico di sostanze stupefacenti. Sradicato questo gruppo, con alcuni imputati che vennero condannati con rito abbreviato, le indagini hanno seguito poi un altro filone, quello sull'attuale "stato di salute" del clan Cesarano stesso, considerato gruppo egemone con base a Castellammare di Stabia e ramificazioni fino a Pompei e zone limitrofe. Al vertice, secondo gli inquirenti, si troverebbero Vincenzo Cesarano, Luigi Belviso e Giovanni Cafiero.

Tra le vittime dell'estorsione anche un parente di Raffaele Imperiale

Vincenzo Cesarano, detto ‘o Mussone, è il cugino dei fratelli Ferdinando e Gaetano Cesarano, entrambi in regime di 41 bis e considerati storici vertici dell'omonimo clan. Vincenzo avrebbe gestito la cassa del clan, mentre Giovanni Cafiero, genero di Gaetano Cesarano, si sarebbe occupato del "recupero crediti" presso vari imprenditori, oltre a partecipare a riunioni organizzative e gestire anche il sostentamento dei detenuti; infine, Luigi Belviso, che avrebbe promosso reati specifici e che si sarebbe occupato dei "rapporti" con altri boss di sodalizi napoletani, avrebbe tentato senza riuscirci di assumere la guida del clan, forte dell'appoggio dei fondatori del clan portato da Giovanni Cafiero.

Tra le "vittime" di questo sistema, c'è stato anche un familiare del boss del narcotraffico Raffaele Imperiale, oggi collaboratore di giustizia: l'uomo, titolare di un'impresa edile, aveva ricevuto una "richiesta" di cinquantamila euro da parte del clan, arrivando a chiedere aiuto proprio all'allora boss latitante Imperiale, che intervenne proprio per far "evitare" questo pagamento. Le pressioni di Imperiale fecero sì che lo stesso Vincenzo Cesarano prendesse le distanze dall'affiliato che era andato a battere cassa. Il clan cercava poi di "ripulire" il proprio denaro sporco reinvestendolo in beni mobili ed imprenditoriali, come aziende del settore auto, nautico, edile ed immobiliare.

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