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Duplice omicidio a Napoli, ucciso fratello del pentito che ha fatto luce sulla morte di Genny Cesarano

Una delle due vittime del duplice omicidio avvenuto oggi a Miano, Napoli nord, è il fratello di Mariano Torre, pentito dei Lo Russo, che ha fatto luce sulla morte dell’innocente Genny Cesarano.
A cura di Nico Falco
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immagine di repertorio
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Quando le forze dell'ordine sono arrivate nel parco dei Colombi, nel rione Don Guanella, Napoli nord, Pasquale Torre, 47 anni, era ancora nell'abitacolo della Fiat Punto bianca, riverso sul volante. Giuseppe Di Napoli, 35 anni, era a terra, a qualche metro; forse si è accorto dei killer e ha tentato la fuga. Un duplice omicidio avvenuto intorno alle 16, in pieno giorno, in perfetto copione camorra: a sparare sarebbero state due persone in scooter.

Indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura di Napoli e ai poliziotti del commissariato Scampia e indirizzate sulle faide nell'ex regno dei Lo Russo, ma con una ipotesi che si sta facendo strada: potrebbe trattarsi di una vendetta trasversale verso un collaboratore di giustizia che ha ricostruito la morte di Genny Cesarano, il ragazzino di 17 anni ucciso da innocente in un raid dei Lo Russo alla Sanità.

Agguato a Napoli, ucciso fratello del pentito dei Lo Russo

Dai primi accertamenti è emerso che Pasquale Torre, "Lino", è il fratello di Mariano Torre, ex affiliato dei Lo Russo e componente del gruppo di fuoco del clan. I due sono figli di Antonio Torre, fratello di Anna Torre, moglie dell'ex capoclan Giuseppe Lo Russo. Le dichiarazioni di Mariano Torre, insieme a quelle del boss Carlo Lo Russo (anche lui pentito), si sono rivelate fondamentali per identificare i componenti del gruppo di fuoco che, nel settembre 2015, aveva sparato contro un gruppo di ragazzi in piazza San Vincenzo alla Sanità, davanti alla Basilica, uccidendo l'innocente Gennaro Cesarano.

Il 27 dicembre scorso la Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato la condanna per Gianluca Annunziata, ultimo di quel commando ad essere arrestato: ergastolo, ma esclusa la premeditazione. Nelle motivazioni della sentenza si legge che potrebbe essere stato proprio il 30enne ad uccidere materialmente il ragazzino, "stante la corrispondenza del calibro del proiettile che colpì la vittima (9X21) con il calibro della pistola usata dall'imputato".

Il raid alla Sanità in cui è stato ucciso Genny Cesarano

La notte del 6 settembre 2015 il commando dei Lo Russo piombò nel centro del rione Sanità. Era una risposta a un altro raid, messo a segno poche ore prima dal gruppo avversario, quello dei Genidoni-Esposito, che aveva fatto una "stesa" a Miano. I killer spararono verso i ragazzi che erano in strada, senza un obiettivo preciso. Furono esplosi 24 colpi di pistola, Genny Cesarano fu ferito a morte mentre altri giovani riuscirono a salvarsi fuggendo e nascondendosi.

Mandante di quel raid, hanno ricostruito gli inquirenti, era il boss Carlo Lo Russo; nel gruppo c'erano Mariano Torre, Luigi Cutarelli, Ciro Perfetto, Antonio Buono (tutti già condannati), Vincenzo Di Napoli (poi ucciso dal suo stesso clan per paura che tradisse) e Gianluca Annunziata.

Duplice omicidio a Napoli, la pista della guerra degli ex Lo Russo

Il raid di oggi potrebbe anche essere la risposta a un altro omicidio, avvenuto a Miano nel novembre scorso: nella notte del 12 novembre il 38enne Giuseppe Tipaldi era stato ucciso in un circolo ricreativo di via Janfolla. L'uomo, conosciuto come "Peppe ‘a recchia", era figlio di Gaetano Tipaldi ed entrambi vengono inquadrati dagli inquirenti come ex affiliati di primo piano al clan Lo Russo.

(articolo aggiornato alle 21:52 del 31 gennaio 2022)

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