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Droga, estorsioni e videopoker: le mani del clan Serino su Sarno

Maxi sequestro di beni al clan Serino: sequestrate tre società, una sala scommesse con internet point, 19 rapporti bancari e 43 tra immobili e terreni per un valore di circa due milioni di euro, tutti nella disponibilità della famiglia Serino di Sarno, che nel corso degli anni ha messo le mani su droga, estorsioni e videopoker.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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immagine di repertorio
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Un maxi sequestro di diversi milioni di euro ai danni della famiglia Serino, il clan di camorra che controlla la città di Sarno, e che nel corso degli anni ha "differenziato" la propria attività in vari settori: dal controllo delle piazze di spaccio alle estorsioni alle aziende che si occupavano della ricostruzione di Sarno dopo l'alluvione del 1998, passando per le sale di scommesse e di videopoker, fino al commercio di carne, bevante, e alimenti. Una vera e propria "multinazionale", che quest'oggi però ha perso una grossa fetta di proprietà.

I sequestri eseguiti dal Ros di Salerno hanno riguardato tre società (due dedite al commercio di animali e coltivazione di frutti), una sala scommesse con internet point, 19 rapporti bancari riconducibili direttamente o indirettamente agli indagati, nonché 43 tra immobili e terreni per un valore di circa due milioni di euro. Tutti beni che erano nella disponibilità della famiglia Serino, formata da Aniello, la moglie Venere Sirica e i figli Michelina e Matteo: padre e figlio, sono già in carcere per altri motivi, mentre madre e figlia sono a piede libero. Secondo gli inquirenti, fu proprio il secondogenito a prendere le redini del clan in un momento in cui il padre era tra le sbarre, puntando proprio sul videopoker ma anche sulle estorsioni alle aziende che si erano aggiudicate gli appalti per la ricostruzione in seguito all'alluvione del 1998 e al voto di scambio per infiltrarsi definitivamente in tutto il tessuto sociale sarnese. Oggi, al termine di ulteriori indagini da parte dei carabinieri di Salerno, è scattato il maxi sequestro che ha riguardato beni per oltre due milioni di euro, tutti nella disponibilità della famiglia Serino.

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