Cinque cose che (forse) non sapevi del film “Ricomincio da tre” di Massimo Troisi

Il 5 marzo 1981, un film apparentemente "innocuo" usciva nelle sale cinematografiche italiane: "Ricomincio da tre", con Massimo Troisi. E il mondo del cinema italiano non fu più lo stesso, e non solo come modo di dire. Il film ha segnato un'intera generazione, raccontando una Napoli che usciva dagli stereotipi e che si affacciava finalmente con il resto d'Italia raccontando una generazione disillusa ma anche volenterosa di tagliarsi un proprio spazio.
In un film che ancora oggi sembra attuale per i temi trattati, e di cui è finalmente disponibile anche la versione restaurata, ci sono tanti piccoli aneddoti che spesso vengono ignorati o dimenticati. Cinque, in particolare, sono particolarmente longevi e ancora oggi attraggono la curiosità dei cinefili.
La richiesta del "miracolo" in casa Troisi
Il film fu girato in tre città: Napoli, Roma e Firenze. Alcune location non sono cambiate o quasi: tra queste, splende Villa Vannucchi, a San Giorgio a Cremano, dove è ambientata la scena di Raffaele Sodano (Lello Arena) che chiama Gaetano (Massimo Troisi) proprio all'inizio del film, invitandolo a uscire. Ma quello che pochi sanno riguarda una battuta che il padre di Gaetano, Ugo (Lino Troisi), che nel chiedere alla Madonna la grazia (il famoso miracolo "che gli cresce la mano"), gli dice anche l'indirizzo di casa, avendo traslocato da poco.
Ah, a proposito, l'indirizzo nuovo.. via Cavalli di Bronzo, 31..
L'indirizzo, in realtà, è quello dove la vera famiglia di Troisi aveva vissuto a San Giorgio a Cremano negli anni Sessanta.
Due Troisi nel cast, ma nessuna parentela
A dispetto del cognome uguale, tra gli attori Massimo e Lino Troisi non vi era alcun legame di parentela. Massimo era nato e cresciuto nel Napoletano, a San Giorgio a Cremano, mentre Lino era nato a Maddaloni, in provincia di Caserta, il primo nel 1953, il secondo nel 1932. Lino Troisi, famoso anche per aver dato la voce italiana al tenente Kojak, morì il 4 maggio 1998 (quattro anni dopo Massimo, scomparso il 4 giugno del 1994), nel giorno del suo 66° compleanno, dopo una breve malattia.
Il film con cui nacque la collaborazione con Pino Daniele
Pochi sanno che fu proprio con Ricomincio da tre che nacque la collaborazione tra Pino Daniele e Massimo Troisi. Il cantautore napoletano curò la colonna sonora del film dopo aver conosciuto l'attore di San Giorgio a Cremano, e da allora i due divennero grandi amici, condividendo grandi successi e diventando icone della cultura napoletana ancora oggi considerate "giganti" della città.
Il successo totale e i 600 giorni di Porta Pia
Altra curiosità fu che il film, costato appena 400 milioni di lire di budget, ottenne un successo incredibile, incassando 14 miliardi di lire. Ma inizialmente, nessuno se lo aspettava: la prima proiezione avvenne a Messina, quasi in sordina. Poi arrivò la consacrazione da nord a sud, rimanendo in programmazione per 43 settimane consecutive. Il record però fu quello di una sala cinematografica a Porta Pia, nella Capitale: qui la locandina del film rimase esposta per 600 giorni, quasi due anni, tanto era ampia la richiesta di vedere il film (o rivedere, in qualche caso).
Il napoletano iniziò la scalata da "dialetto" a lingua "unitaria"
Massimo Troisi non aveva mai nascosto il suo amore per la lingua napoletana, ma inizialmente c'era chi pensava che un film con molte battute in napoletano potesse non essere capito da nord a sud. Il "trucco" di Troisi però fu geniale: se la semplice battuta in napoletano poteva essere non capita dal resto d'Italia, la ripeteva più volte, in modo da far sì che la battuta alla fine si capisse. Oggi questo problema non c'è più: la lingua napoletana si è imposta anche al cinema, tanto che intere serie tv ormai vengono trasmesse in Italia e all'estero in italiano, al massimo con qualche sottotitolo nei punti più "difficili". Ed espressioni in napoletane sono diventate quasi "iconiche", da nord a sud.