Cellulari nascosti nelle parti intime nel carcere di Benevento: scoperti grazie alle radiografie

I cellulari erano nascosti nelle parti intime dei detenuti, nell'ano precisamente: scoperti 18 telefonini, tra micro cellulari e smartphone, nel carcere di Benevento. Gli agenti della Polizia Penitenziaria dell'istituto carcerario, coordinati dal dirigente Pasquale Colucci, hanno effettuato una perquisizione straordinaria all'interno del penitenziario: i metal detector hanno evidenziato la presenza degli smartphone, mentre le radiografie hanno confermato i sospetti degli agenti. "Più volte – dicono Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidente e segretario regionale dell'Uspp, sindacato di Polizia Penitenziaria – abbiamo chiesto una fattispecie di reato che preveda una condanna fino a 4 anni di reclusione per l'introduzione e il possesso di telefonini in carcere. Altrettante volte abbiamo chiesto, inutilmente, l'installazione di strumenti atti a schermare le sezioni detentive. È grave che un illecito così frequente non sia penalmente perseguibile".
La pratica di occultare oggetti all'interno delle parti intime al fine di introdurli in carcere è molto diffusa tra i detenuti o tra i parenti che vanno a fargli visita. Una donna, famigliare di un detenuto, di recente è stata arrestata nel carcere di Avellino: grazie alla collaborazione del cane antidroga, gli agenti della Polizia Penitenziaria scoprirono un involucro contenente 85 grammi di hashish che la donna aveva occultato nelle sue parti intime. Sempre ad Avellino, qualche tempo prima, un'altra donna era stata arrestata perché aveva cercato di introdurre un cellulare, per un suo parente detenuto, occultato ancora una volta nelle parti intime.