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Guerra in Ucraina

“C’è la cantina per le bombe?”: il bimbo ucraino in fuga dalla guerra e quella domanda che spezza il cuore

Questa la domanda che Andreji, bimbo ucraino di 5 anni arrivato a Caserta insieme ad altri 15 profughi, ha posto alla donna, sua connazionale, che ha deciso di ospitarli nel B&B che gestisce.
A cura di Valerio Papadia
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Profughi in fuga al confine tra Ucraina e Polonia (Foto: LaPresse)
Profughi in fuga al confine tra Ucraina e Polonia (Foto: LaPresse)
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Come insegna, purtroppo, la storia, in ogni guerra sono sempre i civili a pagare il prezzo più alto: uomini, donne e soprattutto bambini, costretti ad essere testimoni, spesso a subire sulla propria pelle, atrocità e vessazioni durissime. Una triste testimonianza dell'orrore della guerra in Ucraina arriva da Caserta, dove una quindicina di profughi, tra coloro che sono riusciti a lasciare il Paese dopo che la Russia di Vladimir Putin ha cominciato a bombardarlo, sono arrivati, ospiti della signora Ruslana, una connazionale che vive nella città campana e che ha deciso di ospitarli nel B&B che gestisce. Tra i profughi arrivati a Caserta c'è anche Andreji, un bambino di soli 5 anni, che con la sua domanda ha spezzato il cuore a tutti, rendendo chiaro l'impatto dell'orrore della guerra sui più piccoli: "Qui ci sono le cantine per le bombe?" ha chiesto il piccolo, evidentemente segnato dalle lunghissime attese nei rifugi sottoterra, mentre fuori cadevano le bombe russe.

"Abbiamo disdetto tutte le prenotazioni di turisti per poter accogliere i nostri connazionali – ha raccontato Ruslana, la donna che come detto ha ospitato i profughi provenienti dell'Ucraina -. Sono arrivate sei madri e sette bimbi dagli uno agli undici anni. Al bimbo che mi ha chiesto delle bombe ho detto di stare tranquillo, che qui non arrivano. Nei suoi occhi come in quello degli altri ho letto tanto terrore". "Sono arrivati anche tre miei parenti – ha aggiunto ancora la donna – tra cui mia nuora, ma mia madre è rimasta in Ucraina in un paese vicino Leopoli per una broncopolmonite post Covid. Lì è sola e nessuno può accudirla".

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