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Covid 19

Campania area gialla Covid, l’infettivologo Faella: “A me sembra un po’ rossa, più colorata…”

Franco Faella, ex medico del Cotugno e tra i più importanti infettivologi italiani, è stato richiamato in servizio dall’Asl Napoli 1 per dirigere la conversione in Covid Hospita prima del Loreto Mare e ora del San Giovanni Bosco. Intervistato da Fanpage.it, commenta l’andamento della pandemia e la decisione di catalogare la Campania come area gialla: “Scelte politiche. A me sembrava un po’ più colorata…”.
Intervista a Dott. Francesco Saverio Faella
Infettivologo, consulente Asl Napoli 1
A cura di Nico Falco
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Dopo aver guidato la riconversione del Loreto Mare, il dottor Franco Faella si sta occupando in questi giorni del San Giovanni Bosco, la seconda struttura ospedaliera napoletana che dovrà essere adattata per garantire i posti letto dedicati ai pazienti contagiati dal coronavirus. Ex medico del Cotugno ("Ma un medico resta tale per tutta la vita") e già in ospedale ai tempi del colera, 75 anni, una vita vissuta in corsia che lo ha portato a diventare uno dei maggiori infettivologi italiani, Faella era stato "richiamato in servizio" per la pandemia Covid-19 a marzo, e non ci aveva pensato due volte: rifiutare, aveva detto, gli sarebbe sembrata una vigliaccata. Dopo sette mesi di nuovo in prima linea non ha perso la tempra degli anni in reparto e nemmeno la battuta pronta.

Dottore Faella, la Campania è stata dichiarata area gialla per il rischio Coronavirus, quando pareva scontato fosse arancione. Cosa si aspettava?

E chi lo sa come si prendono queste decisioni? Si tratta di scelte politiche nelle quali non mi addentro. Sicuramente anche a me la Campania sembrava un poco rossa, un poco più colorata, diciamo così (ride, ndr). Io so che al San Giovanni Bosco, dove entro l'11 novembre verranno attivati 40 posti Covid, i letti attualmente sono tutti occupati. Lo stesso vale anche per il Cotugno, ho saputo dai colleghi con cui ho lavorato per anni. Quello che avverto in giro, da telefonate con amici, parenti e colleghi, è che ci sono grosse difficoltà a reperire posti liberi. Credo che la situazione sia di grossa congestione e che il 118 sia in difficoltà: non ci sono posti, non si sa dove trasportare i pazienti e probabilmente, questa è la mia più grande preoccupazione, qualcuno che andrebbe ricoverato potrebbe invece restare a casa.

Lei è stato richiamato dalla pensione, a 75 anni, e adesso si sta occupando della riconversione della seconda struttura ospedaliera in Covid Hospital…

Embè (si schermisce ndr.), che c'è di straordinario?

Non è proprio usuale, ritornare in prima linea e dopo sette mesi di pandemia affrontare ancora un altro incarico.

Ma io il rapporto con la sanità non l'ho mai interrotto. Io mi annoio, a stare senza fare nulla. Ho sempre vissuto in ospedale. Il discorso (ride ancora e si lascia andare a una battuta, ndr) è che, se non ci sono anche io, se non partecipo, poi mi viene da domandarmi: e allora non servo più a niente? E quindi ci devo stare, e basta.

Il vaccino pare in dirittura di arrivo, ci sono speranze che possa essere disponibile a breve?

Io sono convinto che i depositi delle aziende siano già pieni di farmaci preparati, che si aspetti soltanto il via libera per partire con la distribuzione, in modo che possano essere utilizzati il prima possibile, senza perdere altro tempo per la produzione una volta provata l'efficacia. Purtroppo credo che questo Natale dovremo trascorrerlo ancora un po' preoccupati, ma dopo le cose potrebbero cambiare.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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