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Bruciato vivo dopo una lite a Cervinara, vicino di casa condannato a 16 anni

Evita l’ergastolo l’imputato per l’omicidio di Giuseppe Tirone, bruciato vivo a Cervinara nel 2023; Massimo Passariello condannato a 16 anni di reclusione.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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È stato condannato a 16 anni di reclusione Massimo Passariello, 40enne di Cervinara (Avellino), ritenuto responsabile della morte di Giuseppe Tirone, 51 anni, cosparso di benzina e dato alle fiamme e deceduto dopo due settimane di sofferenze in ospedale. La sentenza è stata pronunciata oggi dalla Corte di Assise del Tribunale di Avellino (presidente Gian Piero Scarlato); Passariello, assistito dagli avvocati Vittorio Fucci e Domenico Cioffi, era imputato per omicidio volontario pluriaggravato dai futili motivi e dalla crudeltà.

L'omicidio dopo una lite di condominio

I fatti risalgono al 16 dicembre 2023. Tirone, anche lui residente nel comune dell'Avellinese, aveva litigato con Passariello, suo vicino di casa, all'esterno del condominio di via Curielli dove abitavano entrambi; al termine della discussione, questa la ricostruzione degli inquirenti, il 40enne aveva afferrato una tanica di benzina, lo aveva cosparso di liquido infiammabile e gli aveva dato fuoco. Soccorso dal 118, Tirone era stato portato d'urgenza all'ospedale "San Pio" di Benevento e successivamente, per la gravità delle lesioni, nel reparto Grandi Ustionati del Cardarelli di Napoli, dove era morto due settimane dopo.

Condannato a 16 anni il vicino di casa

Nel corso del processo la Corte d'Assise, accogliendo in parte le argomentazioni degli avvocati Fucci e Cioffi, ha assolto l'imputato dall'aggravante dei futili motivi e gli ha concesso le attenuanti generiche in maniera prevalente rispetto all'aggravante della crudeltà e ha emesso la sentenza di condanna a 16 anni di reclusione; il pm Cecilia Annecchini e gli avvocati di parte civile (Pierluigi Pugliese, Mario Cecere, Nicola De Maria e Rosario Stingone) avevano, invece, invocato la pena dell'ergastolo.

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