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Brucia viva la madre e inscena il suicidio: era geloso per la nuova relazione

I carabinieri hanno arrestato un 38enne di Afragola (Napoli): è accusato di avere dato fuoco alla madre, provocandone la morte, per gelosia per una nuova relazione sentimentale.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Non si sarebbe trattato di un suicidio, ma di un omicidio: il figlio le avrebbe gettato addosso della benzina e avrebbe appiccato il fuoco con l'accendino perché contrario al fatto che avesse una relazione con un uomo. Nuova ricostruzione per la morte di Vincenza Russo, deceduta ad agosto, e che ha portato in carcere il figlio 38enne, Gaetano Giuseppe Moccia, accusato di omicidio volontario con l'aggravante della crudeltà.

La donna ustionata a morte ad Afragola

I fatti risalgono al 31 luglio 2027, quando i carabinieri erano intervenuti nell'abitazione dove vivono i due, ad Afragola, in provincia di Napoli, per una segnalazione su una fuga di gas. Un vicino di casa aveva raccontato di avere sentito le urla di Enza Russo, di essere riuscito a entrare dal balcone e di avere trovato il figlio di lei seduto sul divano in stato di agitazione; aveva aggiunto di avere aperto la porta ai soccorritori, che avevano portato la donna in ospedale con gravi ustioni sul 40% del corpo.

Nel corso del sopralluogo i militari della stazione di Afragola avevano trovato, nella camera da letto, una bottiglia di plastica vuota, presumibilmente contenente alcol, e un accendino. Il 38enne era stato ascoltato come persona informata sui fatti e aveva parlato di un suicidio: aveva detto che, mentre era sul balcone a fumare, aveva sentito la madre urlare; era corso dentro, l'aveva vista mentre si dava fuoco da sola e l'aveva trascinata sotto la doccia; le sue resistenze avevano provocato la frattura al gomito di lei e i graffi sul torace di lui.

Dà fuoco alla madre per gelosia della relazione

Vincenza Russo è morta in ospedale il 15 agosto 2025. Le successive indagini hanno però mostrato una realtà molto diversa. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 38enne, legato alla madre da un rapporto morboso e tossico, le aveva dato fuoco per gelosia, perché non tollerava che lei avesse avviato una relazione con un uomo. Moccia, sottoposto a consulenza psichiatrica, è stato dichiarato capace di intendere e di volere seppure affetto da schizofrenia paranoidea, patologia compensata da cure farmacologiche mai interrotte.

Le nuove risultanze hanno portato all'ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri nella giornata di oggi, 29 settembre.

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