Appalti pilotati, coi rifiuti si fanno sempre affari d’oro: sequestrati 2 milioni di euro in casa di un imprenditore

Lo smaltimento rifiuti e la sanificazione delle strutture pubbliche sono due business che da sempre fanno gola alle organizzazioni criminali cui, per infiltrarsi, occorre "ungere le ruote" di meccanismi corruttivi e – nel caso in cui dall'altra parte vi siano persone con la mano stesa per accettare denaro – deviare gli appalti in favore di società che fanno riferimento alla malavita organizzata.
L'ennesima cloaca di corruzione è stata scoperta dalla Procura di Napoli, Direzione distrettuale antimafia: diciassette persone sono state raggiunte questa mattina da un'ordinanza di misura cautelare, eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta nelle province di Napoli, Caserta, Roma, Avellino e Benevento. L’atto emesso dal gip di Napoli ipotizza a vario titolo corruzione, istigazione alla corruzione, turbativa d’asta, riciclaggio e autoriciclaggio (ovvero l'autore del reato che ripulisce soldi "sporchi" reinvestendoli).
Gli indagati: il sindaco, l'ex consigliere, il rettore
Secondo l'accusa, al centro della rete ci sarebbe un imprenditore del settore rifiuti di Casal di Principe, Nicola Ferraro, 64enne, già consigliere regionale dell'Udeur, già condannato a 7 anni di carcere per concorso esterno nel clan dei Casalesi, considerato figura di riferimento del sodalizio criminale Schiavone-Bidognetti. Uscito dal carcere, tra il 2022 e il 2023, Ferraro avrebbe ripreso a muovere interessi nei settori dei rifiuti e delle sanificazioni, riattivando lo stesso modello corruttivo che in passato lo aveva reso centrale per il clan. Agli arresti domiciliari il sindaco di Arienzo (Caserta), Giuseppe Guida, coordinatore provinciale di Forza Italia a Caserta. Il partito di Antonio Tajani ha sospeso Guida «in attesa che possa dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati».
Fra gli indagati c'è anche il rettore dell'Università Parthenope di Napoli Antonio Garofalo, destinatario della misura dell'interdittiva di un anno dall'esercizio di pubblici uffici. Secondo l'accusa avrebbe avuto in regalo, una vacanza di una settimana a sull'isola greca di Mykonos dopo essersi adoperato per revocare l'appalto già assegnato alla Romeo Gestioni spa per darlo poi alla Dussman Service spa, ritenuta parte del "sistema Ferraro".

Soldi per orientare gli appalti o patti per spartirseli
Le indagini descrivono un "sistema" capace di infiltrarsi nella pubblica amministrazione – dai Comuni alle aziende sanitarie locali – per orientare appalti e commesse. Gli imprenditori di settore avrebbero garantito percentuali sugli importi aggiudicati, in cambio di aggiudicazioni pilotate. Nel comparto rifiuti, le indagini documentano episodi di corruttela con amministratori locali; nel settore sanificazioni emerge invece un cartello di imprese che si spartivano le gare con rotazioni prestabilite, spesso completate da subappalti a ditte compiacenti.
Il giro d’affari illecito, gestito da un ristretto gruppo di complici, avrebbe generato flussi milionari: in casa di uno degli imprenditori è stato sequestrato a fine 2023 un tesoro occultato di circa due milioni di euro. Parte dei proventi, secondo la Dda, veniva consegnata direttamente al dominus del sistema tramite fiduciari incaricati della custodia e della movimentazione. Le indagini hanno inoltre evidenziato rapporti con manager di società attive nelle pulizie e nella fornitura di servizi per strutture pubbliche di rilievo, confermando la capacità del gruppo di condizionare interi settori strategici per la criminalità organizzata.