Angela Celentano, il gip dice no all’archiviazione: nuove indagini sulla pista turca

Niente archiviazione, ma nuove indagini sulla pista turca per la scomparsa di Angela Celentano: lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari di Napoli Federica Colucci, nonostante nei giorni scorsi la Procura partenopea, sostituto procuratore Giuseppe Cimmarotta, avesse chiesto l'archiviazione. La decisione è stata comunicata alla famiglia Celentano, che dal 10 agosto del 1996 non ha mai perso le speranze di ritrovare Angela Celentano, che all'epoca aveva tre anni, scomparsa sul Monte Faito, in provincia di Napoli.
La pista turca, l'unica ancora aperta
La pista turca è iniziata nel 2009, dopo che una blogger aveva raccontato di aver acquisito informazioni da un sacerdote, il quale a sua volta le avrebbe riferito di aver saputo da una fedele che la giovane si trovasse in Turchia. La Procura di Napoli, a tal proposito, ha più volte chiamato in causa le autorità turche, ma senza esito. La richiesta di archiviazione era arrivata dopo che gli accertamenti effettuati non avevano fornito risultati apprezzabili, soprattutto per quanto riguarda la corrispondenza tra i tratti somatici della bimba, all'epoca di soli tre anni, ed una giovane ritratta in una foto. Ma il gip vuole vederci chiaro ed ha dunque deciso di continuare a seguire la pista turca per un mistero, quello della scomparsa di Angela Celentano, che dopo 29 anni continua a non avere risposte certe.
Un mistero lungo 29 anni
Angela Celentano scomparve nel nulla il 10 agosto del 1996 durante una gita sul Monte Faito: da allora, si sono susseguite decine di ipotesi e piste, ma nessuna ha mai portato ad una svolta nel caso. Tra le piste più note, quella messicana, quella turca e quella venezuelana. La prima venne accantonata dopo che la presunta Angela Celentano si sottopose ad un esame del DNA che dimostrò incompatibilità nel 2017; anche quella venezuelana venne archiviata nel 2023 per lo stesso motivo. La pista turca, invece, resta ancora aperta.