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Ancora violenza nel carcere di Santa Maria Capua Vetere: candeggina sugli agenti, 5 feriti

Un detenuto iracheno, per futili motivi, ha aggredito 5 agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere, nella provincia di Caserta: calci, pugni e sputi all’indirizzo dei poliziotti, che sono stati colpiti poi anche dal lancio di candeggina e sono finiti in ospedale. A denunciare l’accaduto è stata l’Unione dei sindacati di Polizia Penitenziaria.
A cura di Valerio Papadia
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Torna sotto i riflettori, ancora per episodi di violenza, il carcere di Santa Maria Capua Vetere, nella provincia di Caserta, balzato purtroppo agli onori delle cronache, a livello internazionale, per i pestaggi e le torture messe in atto da alcuni agenti ai danni di un nutrito gruppo di detenuti nell'aprile del 2020. Questa volta, però, la situazione si è capovolta: cinque agenti sono stati aggrediti da un detenuto, un uomo di origine irachena, nel Reparto Danubio del carcere. Il detenuto ha colpito gli agenti con calci, pugni e sputi, gettandogli poi addosso della candeggina. Gli agenti, aggrediti sembrerebbe per futili motivi, sono stati medicati in ospedale: per loro una prognosi tra i 5 e i 7 giorni.

La denuncia dei sindacati della Polizia Penitenziaria

A denunciare l'aggressione subita dai cinque agenti è stata l'Unione dei sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp). Ciro Auricchio, segretario regionale dell'unione sindacale, ha dichiarato:

Quanto accaduto dimostra l'urgenza dell'inasprimento delle pene per i reati di aggressione commessi in danno al personale di polizia penitenziaria. L'Uspp chiede inoltre l'annullamento dei benefici di legge per i detenuti che si rendono protagonisti delle aggressioni. Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere si registra sia la mancanza di personale polizia penitenziaria, sia quella degli operatori di sostegno psicologici psichiatrici assistenti sociali ed educatori. Nonostante il carcere sia stato oggetto di incessante attenzione mediatica per i ben noti fatti del giugno scorso continua a esserci soltanto la polizia penitenziaria nel fronteggiare ogni tipo di criticità: invitiamo i vertici dell'amministrazione penitenziaria a disporre adeguati interventi strutturali e soprattutto a inviare maggiore personale di polizia penitenziaria in quell'istituto

Le torture sui detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere

Le violenze e le torture degli agenti ai danni dei detenuti sono invece venute alle luce nel giugno del 2021 ma si riferiscono, come detto, al 6 aprile del 2020, quando i poliziotti penitenziari risposero con la forza a una protesta dei detenuti, conseguente all'entrata in vigore delle misure anti-Covid, dal momento che la pandemia era appena scoppiata. Per la vicenda ci sono 120 indagati, tra agenti della Penitenziaria e funzionari del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria). Tra questi, 12 sono indagati per la morte di Lamine Hakimi, uno dei detenuti vittime delle violenze, che da quel giorno era stato posto in isolamento fino al decesso, avvenuto il 4 maggio del 2020, circa un mese dopo i fatti.

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