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Agguato a Cardito, le indagini su Antonio Vitale e la camorra nei feudi del clan Moccia

La Squadra Mobile cerca di ricostruire la figura di Antonio Vitale, il 56enne ucciso a Cardito (Napoli); dietro l’omicidio potrebbe esserci un nuovo riequilibrio nei territori sotto il controllo dei gruppi legati ai Moccia.
A cura di Nico Falco
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Antonio Vitale
Antonio Vitale

Chi era Antonio Vitale, quale ruolo rappresentava, a quale clan, eventualmente, era legato: sono le domande a cui stanno cercando di dare risposta in queste ore gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli, che stanno indagando sull'omicidio che si è consumato questa mattina a Cardito, nella provincia Nord. In uno dei comuni che, da sempre, sono il feudo del clan Moccia, quello che l'Antimafia definisce come una confederazione di altri clan, ognuno dei quali con una certa autonomia territoriale e decisionale. Al momento non si scarta l'ipotesi del regolamento di conti per questioni private ma l'agguato, avvenuto in pieno giorno e in strada, potrebbe essere il sintomo di nuovi attriti, pochi mesi dopo gli ultimi arresti eseguiti contro il clan Pezzella.

L'omicidio in strada a Cardito

Vitale, 56 anni, è arrivato intorno alle 10 di oggi, 10 giugno, al Pronto Soccorso dell'ospedale di Frattamaggiore. Era stato raggiunto da diversi proiettili, è morto poco dopo. L'agguato è avvenuto in via Tiziano Vecellio, dinamica ancora in fase di ricostruzione: lo avrebbero affiancato con una moto di grossa cilindrata e avrebbero fatto fuoco con la pistola puntata nell'abitacolo. Per uccidere, sicuramente, e con modalità tipiche da camorra. Dell'uomo si sa che è una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, con nel "curriculum" una serie di reati, anche associativi. Allo stato attuale, però, è difficile una collocazione in uno dei gruppi criminali attivi nell'area.

I clan della provincia Nord di Napoli

Nell'area, come rileva anche l'ultima relazione dell'Antimafia, il clan predominante è quello dei Pezzella, che estenderebbero la propria influenza anche su Frattaminore, Cardito e Frattamaggiore, in quest'ultimo comune anche tramite l'articolazione degli Orefice. I Pezzella sono considerati a loro volta legati ai Moccia, in un sistema che l'Antimafia definisce come una piramide al cui vertice c'è il clan di Afragola, ormai lontano dal Napoletano e già rivoluzionato con un assetto imprenditoriale ben avviato.

L'ultima operazione di polizia e carabinieri, datata febbraio 2025, potrebbe, però, aver fatto vacillare il controllo del clan Pezzella, che pochi anni fa era stato coinvolto anche nella faida tra i Mormile e i Monfregolo di Arzano. E questo potrebbe avere creato uno scossone interno, ma anche lo spazio in cui nuove formazioni potrebbero avere tentato di emergere.

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