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A Napoli in arrivo il veliero Cuauhtémoc, gioiello della Marina del Messico

Arriva a Napoli il veliero “Cuauhtémoc”, gioiello della Marina messicana. Sarà possibile visitarlo per due giorni al Molo Beverello del Porto di Napoli.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Il veliero della Marina Messicana "Cuauhtémoc"
Il veliero della Marina Messicana "Cuauhtémoc"

Il 29 luglio attraccherà a Napoli uno dei velieri e nave scuola tra i più belli del mondo: il Cuauhtémoc, gioiello della Marina Messicana, che per molti versi somiglia alla nostrana "Amerigo Vespucci", proprio in questi giorni partita per circumnavigare il mondo. Il Cuauhtémoc, che prende il nome dell'ultimo imperatore azteca, arriverà al Molo Beverello del Porto di Napoli il prossimo 29 luglio, alle ore 10 del mattino. Sarà possibile visitarlo per due giorni (il 30 e 31 luglio), dalle 10 alle 20, mentre il 1° agosto alzerà le vele per lasciare il Porto di Napoli.

In questi giorni, il Veliero è arrivato da Londra nel Mar Mediterraneo, e si dirige a vele spiegate verso la Turchia, con destinazione Istanbul. Già avvistato nel Canale di Sicilia, arriverà a Napoli nella mattina del 29 luglio. Varato il 9 gennaio nel 1982, è entrato in servizio il 29 luglio dello stesso anno, per cui "compirà" 41 anni proprio con l'approdo di Napoli. Con i suoi 41 anni di età è allo stesso tempo un veliero giovane e storico: ha formato infatti più di trenta generazioni di capitani, ufficiali, allievi e personale di classe e marinaio, oltre a partecipare a feste ed eventi marittimi in tutto il mondo. Lungo 67,2 metri e largo 12, con un pescaggio di 5,4 metri, il Cuauhtémoc ha una lunghezza di alberi pari a 90,5 metri, con una superficie di vele pari a 2,368 metri quadrati che gli permettono di raggiungere la velocità di 8 nodi, pari a 14,82 chilometri orari. A bordo, 186 ufficiali e comuni, più 90 cadetti della nave scuola.

Il nome di Cuauhtémoc è quello dell'ultimo imperatore azteca, morto il 28 febbraio 1525 a Las Hibueras (oggi in Honduras) dopo essere stato catturato e deposto dai conquistadores spagnoli guidati da Hernán Cortés dopo l'assedio di Tlatelolco (oggi all'interno di Città del Messico) durato 75 giorni. Leggenda vuole che, rivolgendosi a lui come Signor Malinche (Malinche era il nome della interprete ed amante del conquistador spagnolo), gli disse orgoglioso:

Ho fatto tutto ciò che era in mio potere e in mio dovere per difendere la città e non posso fare più niente, quindi vengo trascinato a forza davanti alla tua persona ed al tuo potere. Prendi il pugnale che hai nella cinta e con quello uccidimi.

Di fronte a tanto coraggio, Cortés lo risparmiò: questo non lo risparmiò dalle torture per confessare dove fosse nascosto il tesoro azteco, venne impiccato pochi anni dopo, all'alba del 28 febbraio del 1525, a Itzamkanac, nella provincia di Acalan (oggi nello stato messicano di Campeche, che affaccia sul Golfo del Messico). Oggi le sue spoglie riposano nel Museo de Santa María de la Asunción, nella località di Ixcateopan de Cuauhtémoc, nello stato messicano di Guerrero, sulla costa del Pacifico.

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