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Monti (e Montezemolo) contro Squinzi: le sue “boiate” fanno salire lo spread

Il leader di Confindustria accusa il governo di fare “macelleria sociale” con la politica dei tagli. Un affondo (politico) che non è piaciuto per niente al premier e che non è andato giù neanche all’ex leader di Confindustria.
A cura di Biagio Chiariello
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E' crisi vera tra il Governo e le imprese dopo le ultime dure critiche di Giorgio Squinzi. Il numero uno di Confindustria – schierato sorprendentemente con la segretaria della Cgil, Susanna Camusso -ha etichettato la spending review del supercommissario Enrico Bondi come una potenziale fonte di «macelleria sociale». Si tratta dello stesso Squinzi che qualche settimana fa, non aveva esitato a definire la riforma del Lavoro del ministro Fornero, una «vera boiata». E ancora lui che, di recente, dichiarato che gli sembra pericoloso che il nostro Paese sia indirizzato verso il pareggio di bilancio seguendo tempistiche che il precedente governo aveva già programmato. In sintesi, un voto al governo dei professori? Per il leader degli industriali Monti si deve accontentare di un 5 in pagella, al massimo di un 6. Davvero troppo per non suscitare l'irritazione del Presidente del Consiglio, oltre che del predecessore di Squinzi in via dell'Astronomia, Luca Cordero di Montezemolo.

Sia per Monti che per Montezemolo, le parole di Squinzi sono dannose per l'Italia e per le stesse imprese. Il premier, che nei precedenti attacchi aveva preferito rispondere con tono pacato, stavolta non si è trattenuto e dal summit degli economisti ad Aix-en-Provance in Francia, ha spiegato che:

le frasi di Squinzi contro la spending review e l'operato dell'esecutivo fanno aumentare lo spread e i tassi d'interesse a carico non solo del debito, ma anche delle imprese. Suggerirei di fare più attenzione, non tanto per rispetto al Governo, ma per le imprese".

Non senza un pizzico di ironia, ha poi lanciato una frecciata a Giorgio Squinzi:

 Avevo capito che le forze produttive migliori desiderassero il contenimento del disavanzo pubblico e che obiettassero a manovre fatte in passato molto basate sull'aumento delle tasse, e che era ora di incidere su spesa pubblica e strutture dello Stato. Ma evidentemente avevo capito male".

E chissà che il contrattacco di Monti, non abbia condizionato l'avvio in rialzo per lo spread tra Btp e Bund: il differenziale tra i titoli decennali italiani e quelli tedeschi stamane viaggia sopra quota 470 punti, attestandosi a 480 punti. Nel suo intervento, il premier ha poi precisato che lo spread è ancora alto perché «non c'è ancora piena credibilità nel mercato nei meccanismi a supporto dell'Eurozona. In Italia, poi, c'è anche un po' d'incertezza per quello che succederà nella governance dell'economia, ma soprattutto nel periodo post-elettorale».

E le parole di Squinzi non sono piaciute neanche a Montezemolo. L'ex presidente di Confindustria – che pure in passato aveva chiuso un occhio di fronte a Governi e premier convinti che l'Italia non fosse in crisi e che i ristoranti fossero pieni notte e giorno, costringendo l'attuale esecutivo a varare, tra le altre cose, manovre definite «vere boiate» dall'attuale leader degli industriali – ha commentato le dichiarazioni del patron della Mapei, così:

Dichiarazioni come quelle di Squinzi, sia nel merito che nel linguaggio, non si addicono a un presidente di Confindustria, fanno male e sono certo che non esprimano la linea di una Confindustria civile e responsabile. Chi ha l'onore di rappresentare gli imprenditori italiani ha l'obbligo di contribuire a sostenere l'immagine e la credibilità del Paese. Soprattutto in momenti di crisi così difficile occorre grande senso di responsabilità, coesione, spirito civile e massimo sostegno al Presidente del consiglio, che con grande impegno e capacità, sta faticosamente ricostruendo la credibilità internazionale del nostro Paese".

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