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Vigevano: si reca allo sportello dell’Inps e scopre di essere morto da 7 mesi

A Vigevano, in provincia di Pavia, un ragazzo di 30 anni si è recato all’Inps per richiedere le credenziali Spid. Una volta avviata la procedura, ha scoperto però che per il sistema risultava morto dal 14 febbraio 2020. L’impiegata, a cui il giovane si era rivolto, inizialmente non ha creduto all’errore e ha pensato che il ragazzo volesse truffarla: solo in seguito è stato chiarito il disguido.
A cura di Ilaria Quattrone
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(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Si reca allo sportello dell'Inps, ma scopre di essere morto da ben sette mesi. È successo a un ragazzo di 30 anni di Vigevano, in provincia di Pavia. Il 30enne si era recato negli uffici dell'Istituto nazionale di previdenza sociale per richiedere le credenziali dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale). Ma una volta portata avanti la richiesta, l'impiegata si è resa conto che per l'Istituto previdenziale il giovane era morto ormai da diverso tempo.

L'impiegata credeva che il giovane avesse i documenti di un defunto per ottenere le credenziali

È una vicenda al limite del paradossale quella che ha visto coinvolto un giovane di 30 anni residente a Vigevano. Il ragazzo si era recato allo sportello dell'Inps per poter richiedere lo Spid e accedere ai servizi previdenziali online. Mai avrebbe pensato che la sua richiesta sarebbe stata rifiutata perché defunto da alcuni mesi. La procedura infatti non ha avuto seguito perché per il sistema il ragazzo risultava morto dal 14 febbraio 2020. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale "La Provincia Pavese", l'impiegata a cui il ragazzo si era rivolto ha perfino pensato che il 30enne stesse mostrando dei documenti di un defunto pur di ottenere le credenziali. Nonostante le rassicurazioni del giovane, la dipendente non ha immediatamente creduto alle sue parole. Fortunatamente, tra i colleghi, c'erano delle persone che conoscevano il ragazzo e che hanno garantito sulla sua identità. Una volta chiarito l'errore, la sua posizione è stata segnalata e presto sarà regolarizzata. Probabilmente l'errore è dovuto a un'omonimia o al cambio di una lettera del nome o del cognome del giovane.

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