Via libera di Regione Lombardia all’assistente infermiere, Rozza: “Ora regole corrette, ma temo sarà un flop”

Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la Risoluzione proposta e controfirmata dai consiglieri Carmela Rozza (Pd) e Giulio Gallera (Forza Italia) sull'assistente infermiere durante la seduta di oggi, martedì 18 novembre. Si tratta di una figura professionale che è "evoluzione dell'operatore socio sanitario che consegue la qualifica a seguito di un ulteriore percorso formativo" e che è stata introdotta nell’ordinamento dal Dpcm del 28 febbraio 2025. "La Risoluzione è stata approvata all'unanimità, la stessa unità con la quale ha lavorato la Commissione Sanità anche se partendo da posizioni diverse", ha spiegato Rozza a Fanpage.it: "Abbiamo messo paletti importanti, come la formazione attraverso unicamente Polis-Lombardia, e provato a limitare i danni rendendo questa figura più competente possibile. Rimane il rischio che possa essere un flop proprio come lo è stato il cosiddetto ‘super oss'".

Il suo cofirmatario della Risoluzione, il consigliere Gallera, sostiene che questa nuova figura riuscirà a offrire un sopporto concreto agli infermieri. Lei che ne pensa?
Noi siamo imbufaliti, così come la stessa categoria degli infermieri. Prima di tutto per la questione del nome, perché non è un problema di nomenclatura in quanto tale, ma di fatto causa confusione nel paziente. L'assistente medico è a tutti gli effetti un medico, mentre in questo caso verrebbe usata la definizione di "assistente infermiere" per una figura che non ha lo stesso livello professionale di un infermiere. Il rischio è anche quello di dequalificare la professione.
Perché?
Perché non hanno la stessa formazione e il fatto che il programma debba essere fatto dall'università è solo una specifica lombarda voluta con questa Risoluzione. Il decreto non dice niente, quindi a livello nazionale l'assistente infermiere può essere formato in ogni dove con corsi che non sono sottoposti ad analisi di qualità e somministrare lo stesso farmaci.
Cosa cambia in Lombardia con questa Risoluzione?
Abbiamo messo paletti molto importanti. Intanto il corso di formazione lo istituisce e lo fa solo Polis-Lombardia (Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia, ndr), che deve progettare il programma con l'Università di Infermieristica e con le Dapss (Direzione Aziendale delle Professioni Sanitarie e Sociali, ndr) delle Asst. Poi devono essere aumentate le ore di formazione, perché 500 ore sono troppo poche, mentre la formazione pratica verrà fatta presso le Asst e le strutture sociosanitarie. Abbiamo anche vincolato l'assegnazione degli assistenti infermieri nei reparti e chiesto una responsabilizzazione da parte della struttura che deciderà la loro collocazione.
La figura dell'assistente infermiere, invece, come ne esce?
Il nostro lavoro era mirato nella riduzione dei danni. Abbiamo cercato di blindare la formazione degli assistenti infermieri in modo da renderli più competenti possibile per i lavori che devono svolgere.
C'è il rischio che, in futuro, la presenza di un assistente infermiere in un reparto ospedaliero possa portare a una riduzione del numero degli infermieri in nome del risparmio economico?
La nostra Risoluzione obbliga la Regione a non fare sottrazioni. C'è un punto dedicato e chiarissimo che afferma che l'introduzione dell'assistente infermiere non può comportare alcuna riduzione del numero degli infermieri previsti nei setting di cura, né la sostituzione di personale infermieristico con figure di minore qualificazione. E questo vale per gli ospedali, per le Rsa e per il socio sanitario. Il rischio, invece, è che possano diminuire gli operatori socio sanitari.
In sintesi, ritiene che questa nuova figura professionale potrà portare a benefici nelle strutture sanitarie pubbliche?
Abbiamo delle perplessità in merito. Come ho già detto in aula, questa figura in sostanza è l'avanzamento di carriera degli operatori socio sanitari, ma non porterà nuovo personale perché si dovrà comunque passare dalla formazione degli oss. Non è una nuova figura professionale che prevede un corso specifico, ma solo il proseguimento di una già esistente. Un esperimento simile era stato fatto con il "super oss" e non era finito bene.
Questo avanzamento di carriera degli oss porterà anche un aumento di stipendio?
Ci sarà un aumento di stipendio, ma se lo scopo di questo decreto era solo pagare di più gli oss eravamo già tutti d'accordo. Adesso, però, sono gli stessi oss a essere critici con questa nuova figura professionale, perché ritengono che all'aumento importante di responsabilità non corrisponde lo stesso innalzamento dello stipendio.
Quali saranno le prossime mosse?
Intanto, dopo l'approvazione di questa Risoluzione, dobbiamo aspettare che fra un anno ci arrivi un riscontro di quello che ha fatto la giunta. Ora il ministero sta lavorando per un nuovo nomenclatore per le professioni sanitarie e lì potremo discutere di nuovo questa figura a partire proprio dal nome.