Una dipendente del San Raffaele di Milano: “Pazienti abbandonati, non potevano neanche andare in bagno”

"Pazienti senza infermieri, senza la possibilità di andare in bagno o lasciati con le padelle sporche, necessarie per i pazienti costretti a letto per espletare i propri bisogni fisiologici. A questo si aggiungono la mancanza di farmaci e i ritardi nelle terapie". È questo il quadro descritto a Fanpage.it da Margherita Napoletano, Ingegnere Clinico al San Raffaele e delegata sindacale della RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) dell'ospedale, che ha denunciato le stesse gravi criticità che avrebbero mandato in tilt anche i reparti di Medicina ad alta intensità, Medicina di cure intensive e Admission room dopo l'affidamento del servizio infermieristico alla cooperativa esterna Auxilium Care Scarl.
"Le avvisaglie c'erano e noi le abbiamo denunciate", ha rincarato Napoletano, sottolineando come le responsabilità vadano "cercate ai vertici" perché la situazione che esiste oggi sarebbe "il risultato di scelte strategiche che erano in capo all'amministratore unico e alla proprietà che dava l'avvallo a tali scelte. Volevano super profitti e hanno finito per distruggere l'ospedale".
Il racconto della dipendente del San Raffaele
"Come sindacato abbiamo denunciato già da tempo questa situazione", ha esordito Margherita Napoletano, Ingegnere Clinico al San Raffaele di Milano a Fanpage.it. "Esternalizzare a delle cooperative o a delle società di professionisti è rischioso per la continuità assistenziale e, in alcuni casi, anche per la sicurezza dei lavoratori e dei pazienti". La delegata ha, infatti, raccontato che, proprio a causa della carenza di personale, diversi pazienti sarebbero stati lasciati senza la possibilità di alzarsi per andare in bagno e che altri, costretti a usare la padella, sarebbero "rimasti per ore con la padella sporca perché nessuno passava a ritirarla".
I problemi, però, secondo Napoletano sarebbero iniziati molto tempo prima quando, il 30 ottobre 2012, si è insediato il gruppo San Donato. "Da allora è stato cancellato l'accordo che faceva applicare il contratto della sanità pubblica al personale medico del San Raffaele, sostituendolo con il contratto Aiop", ha spiegato la delegata sindacale. "È allora che hanno cominciato a distruggere l'ospedale. Prima attiravamo professionisti di alto livello, ma con questa politica respingente li abbiamo allontanati. Per dare un'idea, i nostri stipendi nel 2025 sono inferiori a quelli che avevamo nel 2012. Eppure nel 2012 l'ospedale funzionava".
Così, più recentemente, a settembre di quest'anno la RSU dell'ospedale ha scritto al Ministero, alla Regione e agli organi di vigilanza – ispettorato del lavoro e ATS – per segnalare che una "scarsa manutenzione, scarsa pulizia, e mancanza di organico in tutti i reparti stava rischiando di far implodere l'intero ospedale".
"Abbiamo dovuto scrivere al Ministero perché la direzione lo sapeva, ma si è dimostrata sorda a qualsiasi nostra richiesta di mettere mano all'organizzazione del lavoro e alle retribuzioni", ha continuato Napoletano a Fanpage.it. "Nonostante il bilancio in attivo, ci è stato risposto che non sarebbero state allocate nuove risorse". Il motivo? "Qui non si parla di un dissesto finanziario, ma della volontà di generare super profitti".
Per la delegata sindacale, dunque, le criticità oggi finite sotto la lente dell’Agenzia di Tutela della Salute della Città Metropolitana di Milano non sarebbero altro che "l’esplosione" di una serie di problemi strutturali segnalati più volte nel corso degli anni. Ma quindi, al netto di tutto, dove risiedono le responsabilità? "Ai vertici", ha concluso la delegata sindacale a Fanpage.it. "Le scelte strategiche sono in capo all'amministratore unico e alla proprietà che le avvalla. Sono quelle scelte che hanno prodotto la crisi che viviamo oggi".