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“Un inferno: 8 ore in piedi e un caldo insopportabile”, il racconto di una donna che lavorava per Shein

La società Fiege Logistics, che gestisce per conto di Shein le attività in Italia, ha annunciato la chiusura del polo di Stradella (Pavia) che avverrà il 31 dicembre e porterà al licenziamento di 311 dipendenti a tempo indeterminato e al mancato rinnovo di 150 contratti a termine. Un’ex dipendente ha raccontato a Fanpage.it quali sono le reali condizioni all’interno dell’azienda: un “inferno” dove “l’unica cosa che conta sono i numeri e la produttività”. Interpellata da Fanpage.it, l’azienda ha replicato alla segnalazione.
A cura di Giulia Ghirardi
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"Quel posto è un inferno. Contano solo i numeri e la produttività. Le persone non valgono niente e i lavoratori sono costretti a fare turni lunghi ed estenuanti: si sta in piedi per 8 ore al giorno, 6 giorni su 7 con straordinari, senza aria condizionata. Tutto questo per circa 1000 euro al mese. È ingiusto". A parlare è Sara (nome di fantasia), un'ex dipendente di Fiege Logistics, l'azienda che gestisce per conto di Shein le attività in Italia, che è tra i 150 lavoratori con contratto a termine che sono stati lasciati a casa dopo l'annuncio della chiusura del polo di Stradella (Pavia). Sara ha deciso di raccontare la sua esperienza per denunciare quali sono le reali condizioni all'interno dell'azienda che, interpellata da Fanpage.it, ha replicato alla segnalazione.

La storia di Sara: "Siamo sfruttati, non è un ambiente lavorativo sano"

Sara ha 34 anni e una lunga esperienza alle spalle nel settore della logistica e della distribuzione. "Ho iniziato a lavorare a Stradella il 18 luglio 2025 con un contratto full time a tempo determinato di 3 mesi e la promessa di un rinnovo fino a fine anno", ha esordito Sara a Fanpage.it. "Sono bastati i primi giorni di training per capire che quella promessa non sarebbe mai stata mantenuta".

Sara racconta, infatti, che dopo un training di tre giorni organizzato dall'azienda per insegnare i processi e le modalità di lavoro ai nuovi lavoratori, la Fiege Logistics avrebbe deciso di lasciare a casa metà delle persone perché ritenute "non idonee". Una motivazione che, secondo Sara, "era evidentemente una scusa". Perché non "si può pretendere che in tre giorni una persona senza esperienza impari un lavoro", ha spiegato l'ex dipendente a Fanpage.it che, dopo la fase di training, è stata assegnata al reparto pack: "Impacchettavo gli ordini e smistavamo i pacchi Shein che arrivavano dalla Polonia all'interno del magazzino".

Dopo le prime settimane di lavoro, però, sarebbero iniziati i problemi. "Ogni due ore il nostro team leader azzerava il numero di pacchi che avevamo fatto sul registro elettronico per costringerci a lavorare più rapidamente e raggiungere gli standard di produttività secondo i quali venivamo valutati", ha continuato a raccontare l'ex dipendente. "Ho provato a parlarne con alcune colleghe, ma nessuna mi ha ascoltata o sostenuta per paura di subire peggiori ritorsioni".

Così, Sara ha deciso di non dire nulla e continuare a lavorare finché, alla fine, un pomeriggio non si è sentita male. "Era luglio. Ho avuto un calo di pressione a causa del caldo infernale", ha riferito a Fanpage.it. "Mi ha soccorsa un collega che aveva fatto un corso di primo soccorso, altrimenti, fosse stato per loro, avrebbero dovuto chiamare un'ambulanza. Questo perché nessuno di loro sarebbe stato in grado di soccorrermi, nessuno era stato formato per farlo dal momento che avevano deciso di chiudere il magazzino".

E non è finita qui. "Nel magazzino non c'era l'aria condizionata, soltanto alcuni ventilatori. Il 90% delle persone là dentro si sentiva male a causa del caldo almeno una volta al mese", ha aggiunto Sara. "A fine luglio c'è stato un infortunio. Una ragazza è rimasta incastrata nel nastro trasportatore. È entrata in magazzino con i capelli slegati, lei ha sbagliato perché è vietato, ma non c'era nessuno a controllare. Sono arrivati i pompieri e la polizia, l'hanno portata via in ambulanza e non si è più saputo nulla".

Il mancato rinnovo del contratto

Il termine del contratto di Sara era fissato lo scorso 20 agosto. "Mi hanno comunicato che non mi avrebbero rinnovata il giorno prima che scadesse il contratto. Dopo la promessa del rinnovo fino a fine anno, mi sono ritrovata senza lavoro da un giorno con l'altro. Ho una famiglia da mantenere. Mi sono sentita male. Senza preavviso non ho neanche fatto in tempo a trovare un altro lavoro. È stato un momento tragico". Il contratto di Sara è, infatti, uno dei 150 che Fiege ha deciso di non rinnovare dopo che Shein ha comunicato di voler spostare l'attività in Polonia. Decisione che anticipa il licenziamento di oltre 300 dipendenti a tempo indeterminato che seguirà a fine anno.

"La situazione che c'è in azienda è drammatica. Non è un ambiente lavorativo sano", ha concluso Sara a Fanpage.it. "Quell'azienda è un inferno, perché le condizioni di lavoro non permettono di essere sereni e tranquilli. Contano solo i numeri, solo quello. Le persone non contano nulla. I turni sono lunghi, estenuanti, vieni costretto a stare in piedi per 8 ore al giorno, 6 giorni su 7 con gli straordinari. Questo per cosa? Poco più di 1000 euro al mese. Sono condizioni ingiuste che esistono da tempo e nessuno fa nulla per cambiare la situazione".

La risposta di Fiege a Fanpage.it

In merito alla segnalazione fatta dall'ex dipendente dello stabilimento Fiege Logistics Italia di Stradella (PV), destinato alle attività del cliente Shein, l'azienda ha respinto le accuse precisando che l’attuale scenario è "la conseguenza diretta della decisione del cliente di non rinnovare il contratto oltre la naturale scadenza del 31 dicembre 2025". Una vicenda che, secondo Fiege, non discenderebbe da scelte aziendali autonome, ma da "una strategia di delocalizzazione del cliente che ha optato per il trasferimento delle attività all’estero". Per questo, Fiege ha riferito di "subire, al pari dei lavoratori coinvolti, le conseguenze di una decisione industriale esterna".

In più, Fiege ha ribadito di applicare scrupolosamente il CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione, nonché i numerosi accordi di secondo livello sottoscritti con le rappresentanze sindacali che regolano turni, ferie e obiettivi produttivi. In Azienda, inoltre, "ci si concentra su un controllo complessivo dell’andamento dei reparti, con obiettivi definiti e condivisi con RSA e OO.SS. in sede di accordo sul premio di risultato".

In riferimento a Stradella, il polo dove lavorava l'ex dipendente, Fiege ha sottolineato che le modalità di lavorazione dipenderebbero dal tipo di attività prestata: "per merci come vestiario e accessori, normalmente le postazioni prevedono la percorrenza del magazzino per reperimento e stoccaggio merce e postazione fissa per l’attività di pack". Sul piano retributivo, invece, secondo l'azienda: "Un operatore di livello 6J percepisce una retribuzione annua lorda di oltre 20.500 euro, pari a circa 1.200 euro netti mensili, cifra che sale a circa 1.300 euro al livello 6 e oltre 1.400 euro al livello 5". Cifre che sarebbero "puramente indicative" secondo Fiege, perché "lo stipendio netto è frutto di più fattori che cambiano su base soggettiva, come l’ammontare delle tasse o le detrazioni per carichi di famiglia". In più, l'azienda ha ribadito che "i turni sono di 8 ore con mezz’ora di pausa, regolati sulla base di 5 giorni su 7 alla settimana; gli straordinari sono sempre su richiesta e su base volontaria".

Per quanto riguarda le modalità di gestione del periodo di prova, Fiege ha ribattuto sostenendo che esse siano dettate dalle regole del CCNL applicato dalle agenzie per il lavoro e che, anche per i contratti di somministrazione, il periodo di prova è commisurato alla durata dei rispettivi contratti e può consistere, nel caso di "contratti di breve durata anche in 3 giorni in cui i candidati sono sottoposti a momenti di formazione su sicurezza sul lavoro e a veri e propri training on the job, durante i quali viene esaminata, dal personale preposto, l’idoneità oggettiva del candidato alla particolare tipologia di lavoro". Nonostante diversi solleciti, l'azienda non ha però voluto dare spiegazioni rispetto all'alto numero delle persone considerate "non idonee" segnalato dall'ex dipendente, né ha fornito i numeri degli iscritti a tale training. Allo stesso modo, Fiege non è voluta entrare nel merito del presunto abuso di potere esercitato da una delle team leader del reparto pack segnalato dall'ex dipendente, né ha voluto chiarire se avesse già ricevuto segnalazione dello stesso tipo.

Per quanto riguarda, invece, i dati occupazionali relativi al polo di Stradella, Fiege spiega di aver "stabilizzato a tempo indeterminato oltre 200 rapporti di lavoro negli ultimi tre anni, cui si sommano più di 250 stabilizzazioni a livello provinciale". Se non viene rinnovata una commessa, come in questo caso, "l’Azienda purtroppo non può rinnovare i contratti a tempo determinato, ma questa è prassi comune. In generale, qualora i volumi di attività subiscano una contrazione, viene normalmente fatto minor ricorso alla somministrazione di contratti a termine, senza la necessità di ricorrere ad espedienti".

Rispetto all’incidente avvenuto lo scorso luglio e denunciato dall’ex collaboratrice, Fiege ha confermato che l’operatrice coinvolta "ha compiuto un’imprudenza violando ben due norme di sicurezza: capelli raccolti in una lunga treccia (non consentito); ha cercato di sua iniziativa di rimuovere un collo incastrato nella rulliera motorizzata, attività non consentita in quanto di competenza di altro personale formato". Stando alla versione fornita dall'azienda, l’infortunata sarebbe poi stata "immediatamente soccorsa" dal personale di Primo Soccorso e di facility e l'infortunio sarebbe stato classificato come “grave” con "un'inabilità maggiore di 40 giorni". Agli ispettori dell'ATS intervenuti "è poi stata prontamente e correttamente fornita tutta la documentazione richiesta". Tuttavia, l'azienda non si è espressa sul perché nessuno del personale deputato al controllo e alla verifica delle norme di sicurezza sul lavoro non abbia segnalato le violazioni all'ex dipendente così da prevenire l'infortunio.

Infine, in merito alla tutela delle condizioni di lavoro e alla sicurezza, "l’organizzazione aziendale garantisce punti di riferimento costanti per ogni dipendente, un ufficio dedicato al supporto individuale e una programmazione dei turni stabile e trasparente". Presso il sito di Stradella "operano inoltre oltre 50 addetti al primo soccorso regolarmente formati, mentre sono state introdotte misure specifiche di mitigazione per le condizioni climatiche stagionali". In particolare, Fiege avrebbe adottato, anche per il periodo estivo 2025, un Piano di Mitigazione che "ha previsto l’installazione di 150 ventilatori da tavolo e 10 raffrescatori ad acqua, il potenziamento delle colonnine di acqua fresca con rifornimento costante, la distribuzione a ogni dipendente di acqua e bibita energetica a metà turno, oltre alla rotazione dei picker ai piani alti e la soppressione delle attività di inventario nei piani alti". Con frequenza settimanale si sarebbero poi tenuti incontri tra le funzioni di coordinamento per monitorare l’andamento delle temperature registrate dai data logger e discutere l’efficacia delle azioni intraprese.

"Fiege ribadisce che, al netto delle descritte difficoltà di questo periodo presso lo stabilimento di Stradella, il clima lavorativo è sempre stato positivo e attento al dialogo", ha concluso Fiege a Fanpage.it. "Da sempre, l’Azienda promuove e valorizza il merito, senza ricorrere a espedienti. Tutte le policy sono coerenti con questo indirizzo e sono applicate da tutti i supervisori e coordinatori".

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