Un canile di Milano le nega l’adozione di un cane, la storia di Lara: “Discriminata perché donna e single”

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"Ho sempre desiderato aver un cane, sin da quando ero piccola. Quando finalmente ho avuto uno stipendio e una casa tutta mia mi sono rivolta a un canile per adottarne uno, ma hanno rifiutato la mia richiesta perché ero una donna single". Questa è la storia di Lara (nome di fantasia) che ha deciso di raccontare a Fanpage.it la sua esperienza dopo che un canile di Milano ha respinto la sua richiesta di adozione facendone una questione di genere perché l'ha ritenuta "non idonea", ma ha ribadito: "Se fossi stata un ragazzo avresti avuto più chances".
"Per principio il mio desiderio era quello di adottare un cane in un canile perché solitamente sono animali che provengono da situazioni di abbandono o maltrattamento e che dunque hanno più bisogno di altri di trovare casa", ha iniziato a spiegare Lara a Fanpage.it. "Mi sono quindi rivolta a un'associazione che lavora per un canile di Milano. Mi hanno mandato un form da compilare con una serie di domande molto dettagliate per capire il mio stile di vita e conoscere in quale famiglia sarebbe potenzialmente andato a finire uno dei loro cani. Io ho risposto in maniera trasparente e veritiera e, una volta consegnato, l'associazione mi ha fatto sapere che il mio stile di vita non era compatibile con l'adozione, ma l'unica motivazione che mi hanno dato è stata che ero giovane e sola. Per loro una single che vive in appartamento non è ritenuta adeguata per adottare un cane. Questo nonostante io abbia quasi trent'anni e un buon lavoro su cui contare".
Di fronte a tale situazione, Lara non ha avuto altra scelta che rivolgersi a un allevamento privato. "Io sono fortunata perché ho un buono stipendio e una famiglia alle spalle, ma molte persone non avrebbero potuto permettersi di spendere centinaia, se non migliaia, di euro per adottare un cane", ha continuato Lara. "In più, in questo modo si limita la possibilità a moltissimi cani di trovare una famiglia e persone pronte a occuparsene".
Confrontandosi con qualche amica e collega, però, Lara ha scoperto che la discriminazione che ha vissuto è in realtà un problema più esteso, comune e condiviso da molte persone. "Parlando della mia esperienza e di quanto ho subito, ho scoperto che molte altre donne si sono ritrovate a vivere la mia stessa situazione. In molte mi hanno confermato che anche a loro sono state rifiutate le richieste di adozione per gli stessi motivi". Motivi che si possono tristemente riassumere in un commento che l'associazione ha fatto a Lara poco dopo averle comunicato di non essere idonea: "Se fossi stata un ragazzo avresti avuto più chances".
"Ho chiesto perché e l'associazione mi ha spiegato che, nel giudicare un richiedente idoneo o meno, anche il genere ha un peso specifico", ha raccontato Lara a Fanpage.it. "Questo perché un uomo è più in grado di proteggere il suo cane, secondo loro. Così come non avrebbe problemi a portarlo fuori la sera o a prendersi cura di lui perché non correrebbe il rischio di rimanere incinta. È qui che ho capito di essere stata discriminata in quanto ragazza e di essere stata trattata come inferiore".
"Il lavoro che fanno le associazioni nei canili è importantissimo per tutelare gli animali da situazioni di potenziali abusi, ma allo stesso tempo credo ci siano dei requisiti troppo stringenti e sbagliati perché – di fatto – attuano delle discriminazioni", ha concluso Lara a Fanpage.it. "Questi criteri mi hanno impedito di adottare un cane, mi hanno costretta a rivolgermi a un allevamento privato e, facendolo, mi hanno discriminata. È vero che anche nelle adozioni animali, se sei uomo hai una corsia preferenziale, se sei donna, invece, hai meno diritti".