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Uccise a coltellate la cognata per un parcheggio: la nuova perizia su Giuseppe Caputo e le liti in famiglia

Secondo una nuova perizia sarebbe parzialmente capace di intendere e volere Giuseppe Caputo, 62 anni, che il 22 ottobre 2024 ha ucciso la cognata e vicina di casa Giovanna Chinnici a Nova Milanese: rischia ora 20 anni di carcere. La donna era intervenuta per difendere la figlia.
A cura di Francesca Del Boca
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Giovanna Chinnici
Giovanna Chinnici

Ha ucciso la cognata a coltellate, lasciandola in una pozza di sangue sulle scale della palazzina che condivideva con tutta la famiglia a Nova Milanese, per un parcheggio condominiale.

A distanza di un anno da quel 22 ottobre 2024 Giuseppe Caputo, 62 anni, accusato di omicidio aggravato e ora ricoverato in una struttura psichiatrica, secondo una nuova perizia sarebbe però solo parzialmente capace di intendere e di volere, e non infermo totale di mente come aveva certificato un primo esame effettuato dopo l'arresto: per questo la pm Sara Mantovani ha chiesto la condanna a 20 anni di reclusione, e 10 anni di residenza psichiatrica per l’esecuzione della misura di sicurezza sulla pericolosità sociale.

La perizia psichiatrica su Giuseppe Caputo

La seconda perizia, chiesta dai familiari della vittima attraverso i loro legali e disposta dai giudici di Corte d’Assise, ha infatti definito l’imputato affetto sì da disturbo delirante di tipo persecutorio, ma comunque con un margine di capacità di determinare le sue azioni. “Il giorno del delitto c’è stata la possibilità di non agire, ne aveva la capacità e anche un margine per interrompere o modificare la sua azione", si legge nell'analisi. "Questi soggetti sono funzionali, mantengono famiglia e lavoro. Il suo obiettivo è la rivalsa verso quelli che riteneva i tanti soprusi subiti. I deliri di Caputo, secondo i periti, nascerebbero in relazione alle sue convinzioni di essere stato costretto dai vicini di casa (suoi familiari) a vivere al freddo, al punto da provocare la malattia della moglie (che è anche sorella della vittima). Un'idea totalmente infondata, tanto che i carabinieri hanno eseguito anche il divieto di dimora della moglie di Caputo per evitare che la situazione fra inquilini potesse precipitare nuovamente. 

Le liti in famiglia per il condizionatore

Giovanna Chinnici e il nipote, figlio di Giuseppe Caputo
Giovanna Chinnici e il nipote, figlio di Giuseppe Caputo

Del resto, dentro la palazzina di Nova Milanese, il clima familiare era infatti ormai avvelenato. Da anni i vicini sentivano attraverso le pareti discussioni a voce alta, scontri, insulti, con tanto di svariati interventi delle forze dell'ordine per sedare i litigi tra le famiglie delle tre sorelle che abitavano con mariti e figli nello stabile di via Magellano. "Il parcheggio condominiale non c'entrava niente, non l'ha colpita per quello", aveva dichiarato intanto a Fanpage.it il figlio del 62enne, già denunciato dai familiari e dirimpettai per atti persecutori e comportamenti molesti come prendere a calci e pugni le automobili dei parenti. "Ci sono interessi economici più profondi, di proprietà". E non solo. "La tensione tra le famiglie era insopportabile, da anni. Continuavano con i condizionatori a buttarci del freddo in casa. Una persona trattata in questa maniera poi reagisce, anche se l'ha fatto nel modo sbagliato. Pensavamo di trasferirci… ma ormai il danno è fatto".

Chi era Giovanna Chinnici, la cognata uccisa a coltellate

Giovanna Chinnici, ex educatrice nei nidi di Cinisello Balsamo e attiva nel volontariato, in particolare nel coordinamento di corsi di psicomotricità per bambini presso il circolo Arci di Nova Milanese, quel giorno era intervenuta nella lite per difendere la figlia Greta, 28 anni, aggredita dallo zio armato di coltello dopo anche aveva parcheggiato la sua auto in cortile. "Volevo solo spaventarla facendo qualcosa di diverso, ma nella confusione ci siamo rotolati a terra e sono partiti i fendenti", aveva detto Giuseppe Caputo al perito. Un'azione che in sede processuale potrebbe addirittura costare la pesantissima aggravante della premeditazione, oltre a quella del vincolo di parentela. 

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