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Uccide la moglie a Settala, è la figlia a chiamare i soccorsi: “Ma il padre ha tentato di fermarla”

La figlia di 10 anni ha avvertito i soccorsi dell’omicidio della madre, avvenuto sabato 3 maggio a Settala (Milano). “Il padre le ha strappato il telefono, ha insultato l’operatore del 118”
A cura di Francesca Del Boca
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Ha assistito all'omicidio della madre per mano del padre, ubriaco e fuori di sé. Poi, quando la figlia della coppia ha preso il telefono in mano per avvertire i soccorsi, è stata fermata dall'uomo, che le ha strappato di mano la cornetta insultando pesantemente l'operatore del 118 con cui si stava confidando.

È successo nella serata di sabato sera 3 maggio a Settala, hinterland di Milano, dove una bimba di 10 anni è riuscita a chiamare i sanitari del 118 davanti al corpo straziato della madre, massacrata con almeno una decina di coltellate. "Venite, la mamma è morta", è riuscita a dire prima che il padre interrompesse la telefonata.

E non era certo la prima volta che la piccola chiedeva aiuto. "La bimba la sentivamo chiedere aiuto spesso, soprattutto nei giorni di festa, quando c'era il padre in casa", ha raccontato una vicina. "Lui beveva, era aggressivo anche con i vicini di casa. Ma nessuno ha fatto mai niente".

Del resto la vittima, 43 anni, nel 2022 aveva già denunciato per maltrattamenti il marito, alcolista e violento. In quell'occasione i carabinieri di Peschiera Borromeo avevano proceduto d’ufficio e attivato il "codice rosso", poi arenatosi senza nessun provvedimento cautelari. "La famiglia era seguita dai servizi sociali", ha dichiarato il sindaco di Settala Massimo Gianfranco Giordano. "Non si poteva fare di più, la situazione era sotto controllo. Tutto quello che l’amministrazione ha fatto era secondo le procedure, non si poteva andare oltre. Mi era sembrato di capire che non ci fossero situazioni che richiedevano attenzioni ulteriori per la piccola. A scuola era serena".

"La moglie l'aveva allontanato, ma poi gli aveva permesso di tornare a casa. Forse temeva delle ripercussioni da parte sua", sempre una residente del palazzo di via Cerca. Per la Procura, la donna viveva un vero e proprio "stato di soggezione" nei confronti del marito violento. "Aveva gli occhi tristi, passava per i corridoi guardando sempre a terra. Si sentivano urla di continuo". Fino al drammatico epilogo, ampiamente annunciato.

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