Uccide la madre a calci in casa a Sirmione, il perito: “Esclusa l’infermità per Ruben Andreoli”

Per Ruben Andreoli, il 47enne a processo per l'omicidio della madre Nerina Fontana uccisa a calci e pugni a Sirmione (in provincia di Brescia) il 15 settembre del 2023, è "esclusa l'infermità mentale". È quanto ha riferito davanti alla Corte d'Assise di Brescia lo psichiatra Giacomo Filippini, al quale il Tribunale aveva affidato la perizia psichiatrica. Come riportato dal Giornale di Brescia, il perito ha riferito di un "quadro clinico complesso", ma nel quale "il 99 per cento delle patologie non ha rilevanza giuridica". Per quanto riguarda il tentativo di suicidio messo in atto da Andreoli lo scorso marzo in carcere e il Tso al quale è stato sottoposto alcuni giorni dopo, per Filippini sono episodi che rientrano "nell’incapacità di controllare i suoi impulsi".
Stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal pm Ettore Tisato, Andreoli avrebbe ucciso la madre 72enne nella loro casa a Sirmione dopo una discussione. Il 47enne aveva raccontato di "uno schiaffo, poi il buio". Per il perito, i fattori scatenanti sarebbero stati la morte del padre e il figlio che Andreoli e la sua compagna di origine ucraina, che viveva con loro, avevano perso anni prima. Lo stesso 47enne, difeso dall'avvocato Marco Capra, nell'ultima udienza aveva affermato: "Avevo risentimenti verso la mamma per quella cosa".
Per il perito Filippini, ascoltato come testimone davanti alla Corte d'Assise di Brescia presieduta da Roberto Spanò, Andreoli avrebbe "una personalità con aspetti disfunzionali significativi, rigida e fragile allo stesso tempo". Così, quando il suo mondo “perfetto”, composto dalla madre e dalla moglie, è andato in crisi, "non è stato in grado di controllarlo".
Interrogato anche in merito alla contestazione dell'aggravante dei futili motivi, Filippini ha sottolineato come per l'imputato "quell’episodio non è stato per nulla banale, anzi è stato devastante". Tesi confermata anche dal consulente della difesa, Giuseppe Rossi, che ha parlato di "una sorta di minaccia esistenziale".