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Omicidio Nuvolento, ultime news

Uccide il marito in casa, annullato l’ergastolo per Raffaella Ragnoli: condannata a 18 anni in Appello

La Corte d’Assise d’Appello di Brescia ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale di annullare la sentenza di primo grado di ergastolo e condannare Raffaella Ragnoli a 18 anni di carcere per l’omicidio del marito Romano Fagoni. La proposta è stata avanzata in accordo con i difensori della 58enne e prevede il riconoscimento delle attenuanti generiche legale allo stress familiare.
A cura di Enrico Spaccini
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Romano Fagoni e Raffaella Ragnoli (foto da Facebook)
Romano Fagoni e Raffaella Ragnoli (foto da Facebook)
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Il sostituto procuratore generale Domenico Chiaro ha chiesto della Corte d'Assise di Brescia di annullare l'ergastolo e di condannare Raffaella Ragnoli a 18 anni di carcere. La proposta è frutto di un accordo con gli avvocati difensori della 58enne, imputata per l'omicidio del marito Romano Fagoni consumato nel gennaio del 2023 nella loro abitazione a Nuvolento e davanti agli occhi del figlio 15enne. I giudici si sono riuniti in camera di consiglio questa mattina, mercoledì 8 ottobre, e hanno deciso accogliere la richiesta e di ratificare l'accordo.

La sera del 28 gennaio 2023 Ragnoli e Fagoni avevano messo in scena l'ennesimo litigio. In 38 anni di relazione, non sarebbero mancati episodi di maltrattamenti da parte dell'ex operaio nei confronti della moglie. La 58enne ha spiegato di aver impugnato un coltello da cucina e di aver colpito il marito per difendere il figlio 15enne che stava cenando con loro. A Fagoni erano state inferte 29 coltellate e Ragnoli aveva registrato parte di quanto accaduto con il suo smartphone.

Il pm Flavio Mastrototaro aveva chiesto per Ragnoli una condanna a 24 anni di carcere, mentre gli avvocati della donna, Tommy Bettanini e Annamaria De Mattei, avevano invocato la legittima difesa. La Corte d'Assise di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, però aveva deciso lo scorso 9 dicembre di condannarla all'ergastolo. Secondo i giudici, la 58enne aveva agito "in modo lucido e strutturato", avrebbe colto "l'attimo propizio per attivare la registrazione con il suo cellulare, per disattivarla e riattivarla perseguendo una ben precisa strategia difensiva" e aveva "vie d'uscita alternative all'omicidio".

Ora i difensori di Ragnoli, in carcere a Verziano dal gennaio 2023, e il sostituto procuratore generale Domenico Chiaro hanno deciso di accordarsi e di avanzare una proposta di condanna alla Corte d'Assise d'Appello di Brescia. La richiesta è di 18 anni di reclusione ed è dovuta al riconoscimento alla donna delle attenuanti generiche, legate anche alla situazione di tensione e stress familiare che avrebbe vissuto per anni. I giudici hanno accolto la richiesta.

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