Turista ebreo denuncia aggressione a Lainate, il legale degli indagati: “Versione tendenziosa, ha iniziato lui”

L'avvocato Federico Battistini, che assiste alcune delle persone identifcate per la presunta aggressione, verbale e fisica, a una famiglia francese di religione ebraica in un'area di sosta dell'autostrada Milano-Laghi, ha spiegato all'agenzia Ansa che l'aggressione sarebbe partita dallo stesso turista. "L'uomo che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso – ha detto l'avvocato – ha rivolto alla compagnia di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti, sessisti e minacce". Il legale ha definito il racconto del signore francese una versione dei fatti "parziale e tendenziosa" e ha aggiunto di aver presentato una querela alla Procura di Milano nei confronti del turista: ai suoi assistiti, infatti, sarebbero state riscontrate al pronto soccorso "lesioni, nello specifico trauma cranico e contusioni da percosse".
La presunta aggressione si sarebbe verificata domenica scorsa, il 27 luglio. Il turista francese di religione ebrea ha denunciato di essere stato accerchiato da un gruppo di persone mentre si trovava all'Autogrill di Lainate in compagnia del figlio di sei anni. Secondo la sua versione dei fatti i due, che indossavano la kippah, erano scesi dall'auto per andare nel bagno della stazione di servizio ma, una volta usciti dai servizi, erano stati aggrediti verbalmente dai presenti, al grido di "Free Palestine" e "assassini". L'uomo, che ha ripreso la scena con il suo cellulare e diffuso il video online, ha detto di essere stato anche picchiato e preso a calci.
La versione dei fatti riportata dall'avvocato Battistini, però, sembra ribaltare quanto raccontato dal turista. Sarebbe infatti stato il francese, secondo il legale, ad aggredire un gruppo di palestinesi. "Le persone da me patrocinate – ha detto Battistini – sono ben consapevoli di cosa significhi essere discriminati per motivi religiosi, etnici e razziali, e non intendono certo macchiarsi degli stessi crimini". Ha precisato ancora l'avvocato in una nota: "Ove mai vi fosse bisogno di precisarlo, i miei assistiti sono cittadini italiani dalla nascita inseriti in un contesto sociale senza alcuna simpatia per gruppi che incitano comportamenti di odio di qualunque natura. Al contrario, essi sono impegnati insieme a persone di varie nazionalità e religioni (tra cui anche ebrei) per combattere ogni forma di discriminazione e violenza: la ferma condanna delle atrocità che si stanno consumando nella striscia di Gaza mi sembra perfettamente coerente con questo obiettivo".
"La volontà dei miei assistiti – conclude il legale – è che la comunità ebraica e quella palestinese collaborino in sinergia per porre fine al dramma cui stiamo assistendo. Per questo le accuse di antisemitismo che sono state loro rivolte, unitamente alla diffusione delle immagini che li ritraggono, risultano particolarmente insopportabili, oltre ad averli esposti a gravi danni e a pericolo per la propria incolumità. Per tale ragione sono peraltro a richiedere la rimozione del video o quanto meno l'oscuramento dei volti dei miei assistiti e dei loro familiari, onde evitare di esporli a ulteriori danni e pericoli".
Continuano, nel frattempo, le indagini della Procura di Milano, che grazie ai video delle telecamere di sicurezza avrebbe identificato tre presunti aggressori e starebbe svolgendo approfondimenti su una quindicina di persone. Gli inquirenti avrebbero già ascoltato alcuni testimoni ma, come riferito da fonti investigative a Fanpage.it, dalle immagini acquisite non sarebbe possibile accertare o escludere una possibile aggressione fisica come denunciato dal turista. Così come non esisterebbe alcun referto medico che accerti le documenti eventuali lesioni subite dal francese.