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Turista con disabilità dice di essere stata respinta da una ditta di taxi a Milano perché israeliana: cosa sappiamo

La turista israeliana Yael Mehodar ha raccontato ad alcuni media internazionali di essere stata rifiutata da una compagnia di taxi a Milano a causa della sua nazionalità. La società le avrebbe risposto di non volerle prestare il servizio in segno di protesta contro il genocidio dei palestinesi in atto a Gaza.
A cura di Alice De Luca
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Yael Mehodar, turista di origine israeliana in vacanza a Milano sulla sua sedia a rotelle, ha raccontato che un tour operator specializzato in trasporto di persone con disabilità si sarebbe rifiutato di fornirle una corsa in taxi in segno di protesta contro il genocidio dei palestinesi in corso a Gaza. Lo riporta il sito di viaggi Mako, che avrebbe raccolto la testimonianza della donna, consulente ed esperta di management. "Due mesi fa mi è stata diagnosticata una nuova disabilità che mi costringe a usare la sedia a rotelle – ha raccontato – Tra un esame medico e l'altro ho deciso di andare in vacanza in Italia".

Mehodar racconta di aver scelto come meta Milano e di aver organizzato il suo viaggio nel dettaglio. Arrivata al momento di selezionare una compagnia che potesse trasferirla in hotel, decide di consultare l'intelligenza artificiale che le suggerisce la società Accessible Italian Holiday, specializzata in tour e trasporti di persone con disabilità. La donna manda all'agenzia una email per chiedere alcune informazioni, spiegando di essere alla ricerca di un taxi per un trasferimento. Stando a quanto riferito dalla signora, la compagnia le avrebbe risposto con un'email di rifiuto: "Buongiorno, prima di tutto grazie di averci contattati – si legge – In segno di protesta contro la politica di pulizia etnica e di fame portata avanti del Governo Israeliano durante questi anni nella striscia di Gaza, abbiamo deciso di interrompere qualsiasi relazione con Israele fino alla fine del genocidio e finché la pace non sarà ripristinata. Questa decisione non ha nulla a che fare con le persone di Israele ma siamo convinti che qualcosa debba essere fatto contro le misure adottate dal primo ministro israeliano".

A quel punto, racconta ancora Mehodar "Ho semplicemente contattato altre compagnie e non ho scritto che venivo da Israele. Non ho nemmeno menzionato i dettagli del mio volo. Ho trovato un'altra compagnia abbastanza velocemente". Da quanto risulta la donna non avrebbe sporto denuncia e non ci sarebbero quindi indagini in corso. Fanpage.it ha interpellato la compagnia Accessible Italian Holiday per chiedere informazioni, ma per il momento la società non ha voluto rilasciare nessuna dichiarazione in merito al presunto episodio.

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