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Studente bocciato dopo 4 minuti di colloquio, il Tar respinge il ricorso: “Importano i voti, non i tempi”

Uno studente è stato bocciato dopo 4 minuti di colloquio e non ha potuto accedere alla classe successiva. I genitori del ragazzo hanno fatto ricorso al Tar chiedendo di annullare la decisione del consiglio di classe. A quattro anni di distanza, però, i giudici hanno bocciato il ricorso affermando che “il giudizio di non ammissione alla classe successiva si basa sull’insufficiente preparazione” e non, invece, sui tempi per giudicarla.
A cura di Giulia Ghirardi
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Nel 2021 uno studente è stato bocciato dopo 4 minuti di colloquio e non ha potuto accedere alla classe successiva del corso di “Amministrazione, finanza e marketing” in un istituto milanese. A fronte di tali fatti i genitori del ragazzo hanno fatto ricorso al Tar chiedendo di annullare quanto deciso dal consiglio di classe. A quattro anni di distanza, però, i giudici della Lombardia hanno bocciato il ricorso affermando che "il giudizio di non ammissione di un alunno alla classe successiva si basa sull’insufficiente preparazione e maturazione per accedervi" e non, invece, sui tempi per giudicarla.

Come emerge dai documenti che Fanpage.it ha potuto visionare, i ricorrenti lamentano una "violazione delle Circolari Ministeriali" e "delle disposizioni in materia di valutazione scolastica", in quanto il consiglio di classe non avrebbe tenuto in giusta considerazione la "particolarità dell’anno scolastico trascorso, condizionato dalla pandemia e dalla didattica a distanza (Dad)", dal momento che l'anno precedente gli studenti avevano potuto godere di una “promozione generalizzata” a fronte di soli 2 mesi di Dad. A questo, i legali della famiglia aggiungono che ci sia stata una "manifesta ingiustizia" dal momento che "18 alunni sono stati valutati in soli 80 minuti, praticamente poco più di 4 minuti per ciascun alunno". Tale dato dimostrerebbe, secondo i ricorrenti, che i docenti sarebbero arrivati allo scrutinio finale con i voti già definiti.

Nonostante ciò, il Collegio ha respinto il ricorso della famiglia. Secondo i giudici, infatti, il giudizio di non ammissione di un alunno alla classe successiva si basa "sull’insufficiente preparazione e maturazione per accedervi" e non, invece, sui tempi sui quali la si valuta. Dunque, viste le 6 insufficienze dello studente, il ragazzo non è stato ritenuto idoneo perché mancante "degli strumenti necessari per affrontare la classe successiva". Infine, riguardo al tempo utilizzato per i colloqui, il Tar ha chiarito che si tratterebbe “di un profilo non sindacabile" poiché manca una regolamentazione riguardo ai tempi da dedicare all’esame dei singoli alunni, né è possibile stabilire "quali alunni abbiano fruito di maggiore o minore tempo per la valutazione".

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