Strappo tra Azione e Verdi a Milano, Cucchiara: “A loro interessa solo la poltrona di assessore”

Dopo mesi di discussioni, ormai è ufficiale: Azione ha deciso di abbandonare definitivamente il tavolo di rimpasto della giunta milanese, rinunciando a esprimere un proprio assessore all'interno dell'amministrazione guidata da Beppe Sala. E l'ha fatto puntando il dito contro un presunto "veto dei Verdi" contro il partito di Carlo Calenda, che da tempo premeva per accaparrarsi un posto a Palazzo Marino puntando a un assessorato alla Sicurezza, creato ex novo, o addirittura a prendere il posto della delegata alla Mobilità Arianna Censi (intoccabile nome del Partito Democratico). "Resteremo al nostro posto in maggioranza, al servizio dei milanesi", hanno fatto sapere. "Ma ci siamo resi conto che quello spazio di dibattito non è in alcun modo utile alla città e non siamo più disposti a partecipare a un confronto in cui non trovano spazio le priorità della città".
Francesca Cucchiara, Azione annuncia di rinunciare alle trattative per il tavolo di rimpasto a causa di un "veto" dei Verdi. Esiste davvero? di cosa si tratta?
Resta solo un posto libero all'interno della giunta di Milano, e quel posto non poteva certo essere assegnato ad Azione. L'hanno detto i Verdi, ma soprattutto i numeri: Azione non ha diritto di avanzare pretese. Alle ultime elezioni amministrative Azione e Italia viva si sono presentate insieme in un’unica lista, ottenendo il 4 per cento ed esprimendo un assessore (Alessia Cappello, ndr). Non è pensabile ora che dopo essersi divisi, facendo naufragare il progetto del Terzo Polo, abbiano automaticamente diritto ad un altro assessore. È come se Tommaso Gorini ed io ci iscrivessimo a Sinistra Italiana e per questo chiedessimo un assessore in più. Non avrebbe alcun senso.
Il partito di Carlo Calenda ha parlato intanto anche di "freni sulla mobilità". In che senso?
Parlano di freni perché non hanno avuto l’assessorato per loro, ma è solo un pretesto. Intanto, sulla mobilità l’assessorato dedicato c’è già, e si occupa solo di quello. Che dovevamo fare, crearne due? Anche sulla sicurezza mi sembra che l’approccio sia estremamente miope. Se davvero avessero tenuto alla sicurezza e non alle poltrone sarebbero stati d’accordo, come lo eravamo noi, a nominare un delegato o un esperto come lo era Gabrielli, non uno che non è mai stato sul campo… perché la loro proposta, alla fine, era mettere lì il loro segretario Francesco Ascioti, che tra l’altro non mi risulta abbia alcuna esperienza in materia.
C'era davvero anche una sorta di "veto" del Partito Democratico?
No, e il Partito Democratico lo ha detto chiaramente.
Cosa ne sarà, quindi, del posto vacante in giunta (rimasto libero dopo l'addio di Giancarlo Tancredi, assessore all'urbanistica travolto dall'inchiesta della Procura)? A che punto sono le trattative?
Non sono andate avanti. Noi intanto, al contrario di Azione, siamo rimasti al tavolo e non abbiamo mai chiesto né preteso un posto: quello che ci interessa è che la nuova figura che entra in giunta sia in grado di lavorare bene da subito, e che possa farlo sui temi su cui c’è bisogno di potenziare l’azione dell’amministrazione. Per questo abbiamo fatto una proposta, che è quella di dedicare più attenzione ai giovani e alla coesione sociale: lavorando sul recupero degli spazi, anzitutto nelle scuole, per dare loro maggiori occasioni di aggregazione e socialità. In una città dove anche lo svago è diventato un lusso, dove la violenza giovanile è aumentata in modo preoccupante, dove il disagio psicologico è aumentato esponenzialmente dobbiamo intervenire di più per rendere attivi e partecipi i ragazzi e le ragazze. D’altronde, anche il discorso del sindaco sull’astensionismo in occasione delle civiche benemerenze andava in questa direzione…