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Strage di Paderno Dugnano

Strage di Paderno Dugnano, condannato a 20 anni il ragazzo che sterminò la famiglia con 108 coltellate

Il Tribunale per i minorenni di Milano non ha riconosciuto il vizio parziale di mente del ragazzo, accertato da una perizia psichiatrica, e ha accolto la richiesta della Procura: si tratta del massimo della pena prevista. Il legale: “Sentenza inaccettabile”
A cura di Francesca Del Boca
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È stato condannato a 20 anni di reclusione il ragazzo di 18 anni che la notte del 31 agosto 2024 uccise con oltre cento coltellate i genitori e il fratellino di 12 anni nella loro villetta di Paderno Dugnano (Monza e Brianza), dopo una serata trascorsa in famiglia per il compleanno del padre. Il gup del Tribunale dei Minorenni di Milano, che nelle scorse settimane aveva disposto per il responsabile della strage un percorso di "cure specifiche", ha accolto così la richiesta della Procura.

Chiesto il massimo della pena per il 18enne che ha ucciso i genitori e il fratellino a coltellate

La Procura per i Minori di Milano, per il giovane al tempo 17enne, aveva infatti chiesto proprio la condanna a 20 anni di reclusione: si tratta del massimo della pena prevista (30 anni e non l'ergastolo, non previsto dai principi della giustizia minorile), scontata di un terzo per il rito abbreviato.

Secondo l'accusa le numerose aggravanti, compresa quella della premeditazione, sarebbero infatti prevalenti sul vizio parziale di mente attestata dalla perizia effettuata dallo psichiatra Franco Martelli ("Era sospeso tra realtà e fantasia", la sua diagnosi). Mentre per la difesa, la notte del triplice omicidio, il liceale ora detenuto nel carcere minorile di Firenze sarebbe invece stato completamente incapace di intendere e di volere.

Il legale del 18enne: "Sentenza inaccettabile"

"Sono rimasto sconcertato, arrivare a 20 anni mi sembra punitivo. È stata una sentenza durissima, inaccettabile, che impugnerò", ha commentato intanto Amedeo Rizza, legale del 18enne. "La semi infermità è stata attestata dai periti nominati dal tribunale, impugnerò anche il mancato riconoscimento. Lo stesso tribunale ha anche concesso le attenuanti generiche e della minore età, con criterio di prevalenza su tutte le altre aggravanti, non si possono dare 20 anni. Quando lui è uscito dall'aula e ha visto i parenti, che gli sono sempre rimasti vicini, è crollato".

La confessione del ragazzo: "Volevo cancellare la mia vita di prima"

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"Ai miei genitori dicevo che andava tutto bene, ma da tempo dentro sentivo un malessere", aveva messo a verbale il ragazzo durante l'interrogatorio. "Ero spesso silenzioso, mi sentivo un estraneo rispetto agli altri. Li vedevo come presi da problemi inutili, li percepivo come meno intelligenti. Spesso non mi trovavo bene durante i loro ragionamenti, mi sentivo diverso anche dai miei amici…è da questa estate che sto male, forse il debito in matematica può avere influito", aveva raccontato. "Volevo cancellare la mia vita di prima. A uccidere ci ho pensato la sera della festa di mio papà, ma non ero convinto. Non ce l'avevo con la mia famiglia. Il problema non erano loro, mi sentivo oppressovolevo solo essere libero. Nella mia logica credevo che dopo aver fatto una cosa del genere sarei stato più forte nell'affrontare la mia vita, avrei avuto il coraggio di andare lontano".

La strage familiare di Paderno Dugnano

"Li ho uccisi tutti io", aveva raccontato ancora prima il 18enne ai carabinieri, intervenuti in piena notte nella villetta di via Anzio a Paderno Dugnano e chiamati al telefono proprio dal giovane, ancora sporco di sangue. A loro aveva spiegato che, dopo la festa di compleanno del padre trascorsa in famiglia, aveva giocato per qualche ora alla Playstation con il fratellino. Poi, quando tutti sono andati a letto e lui è rimasto solo davanti alla tv, la decisione di entrare in azione: prima ha colpito il fratello che dormiva, poi la madre, intervenuta per soccorrere il figlio piccolo, e per ultimo il padre.

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