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Spara alla moglie e si suicida, in una lettera alle figlie il piano: “Mamma e papà saranno lassù”

L’intento di Maurizio Beghè, il 61enne morto suicida a Inverigo (Como) dopo essersi barricato in casa con le figlie piccole, era quello di uccidere anche la moglie. “Mamma e papà da lassù vi proteggeranno”, la lettera ritrovata nell’armadio di casa.
A cura di Francesca Del Boca
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Si sfogava spesso con gli amici di Facebook Maurizio Beghè, l'uomo di 61 anni che si è tolto la vita dopo essersi barricato in casa con le figlie e aver sparato contro la moglie a Inverigo (Como). Ma la prova delle sue reali intenzioni era nascosta dentro l'armadio di casa: una lettera scritta a mano e rivolta alle due figlie della coppia, 6 e 8 anni. 

Una riga e basta, su un foglio di carta ritrovato per caso e appoggiato su dei vecchi vestiti. "Mamma e papà da lassù vi proteggeranno. Il vostro papà vi vuole bene". Il piano disperato di Beghè, insomma, era lampante: uccidere sé stesso e l'ex compagna, insieme, con la sua Beretta calibro 6.35.

La moglie è riuscita a fuggire dopo gli spari

Piano riuscito solo a metà. La donna, 32 anni, è stata infatti colpita solo di striscio dal proiettile esploso dal marito, che le ha sfiorato lo zigomo sinistro, ed è riuscita a fuggire.

A quel punto, Beghé si è barricato in casa con le bambine di 6 e 8 anni. Le due lo hanno visto andare in camera da letto e chiudere la porta. Poi, solo il rumore dello sparo con cui si è tolto la vita, e nulla più.

L'uomo stava per essere arrestato

Un'azione drammatica che ha anticipato di pochissime ore l'intervento dei Carabinieri di Cantù: il Tribunale di Como infatti aveva già indagato e allontanato Beghè per lesioni e maltrattamenti in famiglia, e infine inviato l'ordinanza di custodia in carcere.

Una richiesta accolta dal giudice dopo l'ultimo episodio del 30 aprile, in cui il 61enne aveva seguito la moglie al supermercato e l'aveva picchiata con calci e pugni, trascinandola per i capelli e derubandola di chiavi dell'auto e cellulare. Solo uno fra tanti, tra quelli denunciati (un'aggressione, avvenuta in camera da letto, solo perché la moglie aveva controllato l'ora sullo schermo del telefonino) e quelli rimasti per sempre rinchiusi dentro le mura di casa.

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