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Spacca il telefono in testa alla madre, facendola svenire: arrestato il figlio violento

Ha picchiato la madre spaccandole un telefonino in testa, fino a farla svenire. Il responsabile della violenta aggressione, un uomo di 38 anni di Pioltello, nell’hinterland di Milano, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia ed è finito in carcere. La madre, una donna di 63 anni, l’aveva già denunciato alcuni giorni fa: non era la prima volta che la picchiava.
A cura di Francesco Loiacono
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Un uomo di 38 anni è stato arrestato con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. Vittima delle sue violenze la madre, una donna di 63 anni, vedova e pensionata, che già lo scorso 16 maggio dopo altri episodi di maltrattamenti nei suoi confronti aveva finalmente trovato il coraggio di denunciare il figlio. Ma la denuncia non ha evidentemente spaventato l'uomo, di professione muratore, che la scorsa sera come riportato dal quotidiano "Il Giorno" ha picchiato di nuovo e con inaudita violenza la madre, spaccandole anche un telefonino in testa, fino a farla svenire dal dolore.

I carabinieri hanno trovato la madre svenuta: quando si è ripresa ha raccontato tutto

A chiamare i carabinieri sono stati i vicini di casa, allertati dalle urla provenienti dall'abitazione in cui abitano mamma e figlio a Pioltello, nell'hinterland di Milano. Quando i militari dell'Arma sono intervenuti hanno trovato la donna priva di sensi: con l'ausilio dei soccorritori del 118 la 63enne è stata trasportata in codice giallo in ospedale, dove fortunatamente ha ripreso conoscenza. Non appena si è ripresa, la donna ha raccontato ai carabinieri ciò che aveva già detto loro – anche se si trattava di altri episodi – pochi giorni prima. Ancora una volta il figlio, dopo una discussione per futili motivi, l'ha presa prima a schiaffi e poi l'ha colpita ripetutamente alla fronte con un telefonino, facendola svenire. Dopo le parole della madre per il figlio violento sono scattate le manette con l'accusa di maltrattamenti in famiglia: l'uomo è adesso in carcere, in attesa dell'interrogatorio di convalida da parte del giudice.

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